Lecce-Bari, Maroni chiede a prefetti nuova valutazione

LECCE. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, avrebbe chiesto alle autorita' di pubblica sicurezza pugliesi di riunirsi per rivedere la decisione di far svolgere a porte chiuse la partita di calcio Lecce-Bari del 6 gennaio. Per lunedi' 3 gennaio sarebbe stata programmata a Bari una riunione congiunta dei Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica di Bari e Lecce, per fare una nuova valutazione sui rischi di ordine pubblico.
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LA DECISIONE - La riunione potrebbe, come auspicato da Maroni, portare a decidere di riaprire, con determinate restrizioni, lo stadio di Lecce ai tifosi.
La decisione è avvenuta dopo le numerose dichiarazioni di contrarietà e di dissenso alla decisione presa ieri dal comitato provinciale per l'ordine pubblico da parte del mondo politico e sportivo pugliese.

LA LETTERA DI PERRONE - Tra l'altro, stamane il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ha scritto una lettera a Maroni chiedendo che sia rivista la decisione. Il primo cittadino salentino ha suggerito di adottare quanto deciso il 22 dicembre in una riunione del comitato tecnico che prevedeva la partita a porte aperte ma con severe condizioni.
Perrone ha chiesto a Maroni di ''considerare nuovamente questa soluzione o altrimenti di fare in modo che almeno la tifoseria di casa, notoriamente tranquilla, possa assistere alla partita, permettendo l'acquisto del biglietto solo ai residenti a Lecce e provincia, visto che le informative sull'ordine pubblico che hanno determinato la decisione di ieri riguardano la presunta mobilitazione massiccia e incontrollata dei tifosi baresi, molti dei quali con cattive intenzioni''.
Secondo Perrone ''la decisione di far giocare il derby Lecce-Bari a porte chiuse e' una sconfitta per tutti, le tribune vuote intorno al piu' importante evento calcistico in Puglia significano che lo sport passa in secondo piano davanti alla stupidita' di qualche decina di individui che, di fatto, impediscono a migliaia di persone di godere di questo spettacolo. Significano - aggiunge Perrone - che le citta' di Lecce e Bari, con le rispettive comunita', contano su tifoserie incivili, anzi le piu' incivili d'Italia, visto che mai e' stata adottata una scelta di questo tipo da quando sono in vigore le nuove disposizioni contro la violenza negli stadi''.

SPORTELLO DEI DIRITTI: AVVIEREMO CLASS-ACTION - ''La decisione di far disputare il prossimo derby Lecce-Bari a porte chiuse oltre che apparire un esempio di quella che qualcuno, non a torto, ha definito 'repressione preventiva', se dovesse effettivamente portare all'impossibilita' di accedere allo stadio, potra' essere foriera di danni contrattuali ed extracontrattuali per tutti i tifosi che avevano deciso di assistervi. Per queste ragioni, quindi, lo Sportello dei Diritti sta gia' pensando alla possibilita' di avviare una class-action all'indomani del 6 gennaio per tutti gli abbonati e per quei tifosi che hanno gia' acquistato il biglietto e che per ragioni 'preventivamente stabilite' di ordine pubblico saranno costretti a restare a casa''. Cosi' Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico 'Tutela del Consumatore' di Italia dei Valori e fondatore dello Sportello dei Diritti proprio a Lecce.
''Riteniamo, peraltro, che tale azione - continua D'Agata - potra' anche servire a far avviare una seria riflessione sull'utilita' della 'tessera del tifoso' che gia' al momento dell'inizio del campionato avevamo stigmatizzato e bollato oltre che inutile strumento di schedatura di matrice dittatoriale anche quale ingegnoso, per non dire truffaldino mezzo economico - finanziario in quanto vera e propria 'carta di credito' appartenente ai circuiti internazionali bancari piu' noti che puo' essere utilizzata, quindi, anche per finalita' strettamente commerciali e finanziari che vanno ben oltre la dichiarata volonta' di controllare e perseguire i criminali''.

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