di Maria Teresa Lattarulo
Li conosciamo tutti per la loro interpretazione dell’Aria sulla quarta corda di Bach, divenuta colonna sonora di Superquark. Il repertorio degli Swingle Singers, che si esibiranno domani 2 gennaio al Petruzzelli, è però molto vasto e include brani di musica classica e leggera, spaziando da Bach ai Beatles.
La filosofia del gruppo, fondato a Parigi negli anni Sessanta da Ward Swingle e trasferitosi a Londra, è quella di usare la voce in modo strumentale contaminando fra loro i generi musicali, come se non vi fossero confini fra la musica classica e il jazz, fra il pop e il blues e questi potessero essere scomposti e ricomposti in un brillante caleidoscopio, dando luogo ad originali ri-creazioni di stampo postmoderno. Tale innovativa impostazione che supera le ristrette schematizzazioni accademiche è adottata dal gruppo con continuità nel tempo, nonostante i mutamenti nella composizione che originariamente constava di cinque elementi (Ward Swingle, Anne Germain, Jeanette Baucomont, Jean Cussac e Christiane Legrand), mentre oggi ne include otto: due soprani (Joanna Goldsmith e Sara Brimer), due mezzosoprani (Clare Wheeler e Lucy Bailey), due tenori (Richard Eteson e Christopher Jay) e due bassi (Kevin Fox e Tobias Hug), oltre a Hugh Walker, ingegnere del suono che controlla la resa acustica del coro a cappella più famoso a livello internazionale.
Li conosciamo tutti per la loro interpretazione dell’Aria sulla quarta corda di Bach, divenuta colonna sonora di Superquark. Il repertorio degli Swingle Singers, che si esibiranno domani 2 gennaio al Petruzzelli, è però molto vasto e include brani di musica classica e leggera, spaziando da Bach ai Beatles.
La filosofia del gruppo, fondato a Parigi negli anni Sessanta da Ward Swingle e trasferitosi a Londra, è quella di usare la voce in modo strumentale contaminando fra loro i generi musicali, come se non vi fossero confini fra la musica classica e il jazz, fra il pop e il blues e questi potessero essere scomposti e ricomposti in un brillante caleidoscopio, dando luogo ad originali ri-creazioni di stampo postmoderno. Tale innovativa impostazione che supera le ristrette schematizzazioni accademiche è adottata dal gruppo con continuità nel tempo, nonostante i mutamenti nella composizione che originariamente constava di cinque elementi (Ward Swingle, Anne Germain, Jeanette Baucomont, Jean Cussac e Christiane Legrand), mentre oggi ne include otto: due soprani (Joanna Goldsmith e Sara Brimer), due mezzosoprani (Clare Wheeler e Lucy Bailey), due tenori (Richard Eteson e Christopher Jay) e due bassi (Kevin Fox e Tobias Hug), oltre a Hugh Walker, ingegnere del suono che controlla la resa acustica del coro a cappella più famoso a livello internazionale.