Bif&st 2011: cala il sipario sulla seconda edizione, tra successi e grandi numeri

di Michele Tedesco
Da poche ore si è conclusa la seconda edizione del Bari International Film & TV festival. Calato il sipario e spente le luci, è ora di tirare le somme. I numeri della manifestazione, come da previsione, sono stati grandi e tutti preceduti dal segno positivo. Un programma fittissimo e distribuito in sette giorni in cui si sono contati: 283 titoli ( 147 lungometraggi e 136 tra documentari e cortometraggi ), 8 lezioni di cinema, 8 incontri con i libri sul cinema con attori e attrici emergenti, 8 conferenze stampa multiple per i film del giorno; 2 convegni; 1 spettacolo teatral-musicale ( “Epta”, di Nicola Piovani ); 2 laboratori con 10 seminari in 5 giorni; 1 mostra di fotografie di Riccardo Ghilardi. Considerata l’ esperienza dello scorso anno, questa seconda edizione è stata una scommessa già vinta in partenza. Il Bifest, lontano dai fasti e dalle vezzosità di rassegne come quella veneziana e quella capitolina, è un festival fatto di cinema e per il cinema. Niente manifestazioni iperboliche sui red carpet e niente che possa distogliere l’ attenzione dalle pellicole. La rassegna si è costruita solo nelle sale e sui palchi dei teatri. Numeri alla mano, il Bifest ha soddisfatto l’ enorme sete di cinema mostrata dai tanti che, senza distinzione d’ età, hanno affollato le sale cittadine. Un successo ancor più eclatante e in controtendenza, se si considerano i tagli operati dalla Legge Finanziaria al FUS. Ferzan Ozpetek ha sbancato con il suo “Mine Vaganti” con il premio per la miglior giuria, la miglior sceneggiatura e il miglior soggetto. Per lo stesso film, Nicole Grimaudo si è aggiudicata il premio come miglior attrice protagonista. Oltre ai riconoscimenti, dell’ edizione di quest’ anno sicuramente si ricorderanno i grandi personaggi che hanno reso omaggio alla città di Bari: da Claudia Cardinale, a Carlo Verdone, a Domenico Procacci, fino a Checco Zalone e il suo ormai “storico” siparietto con il Governatore Vendola. Il valore aggiunto, voluto per la kermesse barese, è stato quello di aver compiuto l’ annullamento della separazione procurata dallo schermo, piccolo o grande che sia, tra chi produce cinema e il suo fruitore finale. Gli attori, i produttori e gli addetti ai lavori, hanno raccontato e si sono anche raccontati, portando in luce la dimensione più umana della settima arte e mostrando come sia superficiale pensare che il cinema si limiti solo ai multi-sala e all’ home video. Il Bifest stesso, ha dunque e soprattutto per questo, vinto anche nel 2011. Fortunatamente Hollywood è molto lontana da qui.

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