Distretto La Nuova Energia: spostare gli incentivi dalle fonti fossili alle rinnovabili

BARI. Spostare gli incentivi dalle fonti fossili alle rinnovabili. Questa è una proposta che intende portare avanti il Distretto Produttivo pugliese delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica al mondo della Politica Regionale e Nazionale a seguito del documento programmatico definito “Agenda Verde” di cui si è fatto promotore nelle settimane scorse. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le voci relativamente al costo degli incentivi al fotovoltaico ed alle fonti rinnovabili, incentivi che vengono additati dai detrattori come principale causa degli aumenti del costo dell’energia in bolletta.

 Tuttavia, al di là delle voci e delle accuse spesso infondate al settore, la situazione appare ben diversa e il Distretto pugliese, nella persona del Presidente – Giuseppe Bratta – cerca di rivendicarla con chiarezza e lucidità. “Appare necessario - sostiene Bratta - dimostrare e riaffermare quanto il fotovoltaico, e le rinnovabili in generale, siano un investimento economico e non solo. Il fotovoltaico è uno strumento che consente di produrre energia con bassi costi di distribuzione e senza alcun effetto collaterale.” L’intero solare installato in Italia in questi anni ha già portato i suoi effetti positivi. Si è ridotto il prezzo dell’energia sul mercato elettrico nella fascia più costosa (F1) grazie alla maggiore disponibilità di energia nelle fasce diurne che riduce le ore di funzionamento delle centrali termoelettriche, si è ridotta la quantità di energia elettrica importata dall’estero (gas e petrolio da Russia, Algeria, ecc..) con conseguenti benefici economici nel bilancio energetico nazionale.

Nel solo 2012 l’Italia ha risparmiato circa 2 miliardi di euro sulle importazioni di Gas. Le fonti fossili godono ed hanno goduto negli anni di molti e molti più incentivi di quanto siano stati quelli per il fotovoltaico. I sussidi pagati per incentivare il fotovoltaico, sussidi ormai quasi terminati, non sono paragonabili a quelli pagati per le fonti fossili negli ultimi anni.

 Ecco qualche numero - Fonte Gse (Gestore dei Servizi Energetici): dal 1992 al 2011 le fonti “assimilate”, definite tali, hanno ricevuto ben 38,41 miliardi di euro. Miliardi che sono andati tutti agli operatori del settore fossile. Fonte Aeeg (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas): il costo annuo totale dell’energia sussidiata col CIP6 è di circa 2,4 miliardi di euro di cui 800 milioni di euro di componente incentivante: la “Componente A3” della bolletta elettrica.

L’Autorità afferma che sono solo 8 grandi Aziende che beneficiano degli incentivi destinati alle “fonti rinnovabili e assimilate“. La proposta concreta e “coraggiosa” del Distretto - dichiara Bratta - è rivolta al futuro Governo e a tutte le forze politiche , affinché si proceda a spostare i contributi erogati alle fonti fossili in favore del rilancio della green economy con un sesto Conto Energia riservato ai soli impianti strutturali fotovoltaici in favore di privati ed Aziende che producono energia per i propri fabbisogni. Tale provvedimento permetterebbe l'indipendenza energetica di famiglie ed Aziende, la non chiusura di migliaia di piccole aziende della green economy e il rilancio dell'occupazione dell'economia “verde” che vede oltre 120.000 addetti a “rischio”.

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