Sassi dal cavalcavia: torna il terrore dei "killer dei cavalcavia " degli anni novanta.


BARI - Come in un thriller ad episodi, ritorna la paura sulle strade. E non si tratta di fatti isolati, ma le cronache sembrano ripercorrere quelle degli anni novanta, quando decine e decine erano stati i casi, molti letali ed eclatanti, di lancio di sassi dai cavalcavia. All’epoca si scoprì che non si trattava solo di stupidi scherzi di bambini, ma del più violento dei “passatempi” di mitomani senza alcuno scrupolo e coscienza. Anche oggi, nel 2013 una serie di fatti documentano che il fenomeno si sta ripresentando da Nord a Sud del Paese, tant’è che di recente il celeberrimo pubblico ministero di Torino, Raffaele Guariniello, ha aperto un’indagine, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla sicurezza della tangenziale di Torino dopo che il presidente dell'Ativa, società che gestisce il percorso autostradale aveva presentato una denuncia per 36 episodi di lancio di sassi nella tratta di propria competenza. Per comprendere i numeri della recrudescenza di tali comportamenti criminali, è opportuno segnalare uno studio dell'Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale) che nel corso del 2012 ha contato 54 episodi di lancio di sassi dai cavalcavia della rete viaria nazionale (20 in autostrada e 34 su statali e provinciali) con ben sedici feriti.

Quattro persone sono state arrestate, 42 sono state fermate. Di questi, 33 sono minorenni coinvolti in 16 episodi. Ventisette episodi sono avvenuti al Nord, 13 al centro e 14 nel sud Italia. Giovanni D’AGATA, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rileva che una delle migliori soluzioni per arginare il fenomeno sono rappresentati dagli apparati di videosorveglianza che dimostrano una forza dissuasiva anche superiore alle recinzioni metalliche poste sui cavalcavia.

Per tali ragioni, prima di esser costretti a prendere atto dell’ennesima tragedia, oltre che colpire nella maniera più dura possibile i colpevoli di fatti così riprovevoli, lo “Sportello dei Diritti”, invita i gestori delle strade ad aumentare gli strumenti di videosorveglianza nei tratti più a rischio e ad innalzare il più possibile le recinzioni specie su quelli relativi ai percorsi meno trafficati ed isolati.

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