Arte: Torino e i capolavori di Renoir

di Michele Tedesco TORINO.
A poche decine di ore dall’apertura, non tende a smorzarsi l’entusiasmo con cui i torinesi e non solo hanno accolto l’ esposizione “Renoir. Dalle collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie”, ospitata fino al prossimo 23 febbraio nelle quattro sale del primo piano della Galleria di Arte Moderna del capoluogo piemontese. Cinquemila presenze solo nella prima giornata, vincolate da un comune stupore per un disatteso excursus storico sulla carriera di uno dei padri dell’impressionismo, a cui ha egregiamente supplito un percorso tematico, che ha posto l’accento anche sulle influenze ricevute dal peregrinare del Maestro soprattutto in Italia e nella stessa città di Torino. Nove sezioni costituiscono il percorso dell’esibizione, tra le cui tele dedicate alle nature morte, alle danze in campagna e in città, ai nudi e ai paesaggi, spiccano due opere di proprietà della GAM di Torino: il “Ritratto di Pierre” dello stesso Renoir e la “Bagnante al sole” che porta la firma di Giorgio De Chirico. Il sindaco della città, Piero Fassino, ha dichiarato in occasione dell’inaspettato successo del vernissage: «Sono tornate le grandi mostre a Torino. È la conferma che investire sulla cultura, in modo intelligente, aprendo sempre più le porte ai privati, è una strada necessaria, soprattutto nei momenti di crisi». Un milione e settecentomila euro, di cui quattrocentomila provenienti dagli sponsor, sono stati messi sul piatto da Skira Editore per l’evento che, per certo, replicherà il grande successo dell’esposizione dedicata a Degas dello scorso anno. Duecentomila saranno i visitatori previsti per questo imperdibile appuntamento con l’arte. Previsione che, stando così le cose, si rivela del tutto poco ottimistica.

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