Libri: Racconti e poesie in dialetto barese della Wip Edizioni

di Vittorio Polito - Una recente novità editoriale viene presentata in questi giorni dalla Wip Edizioni. Si tratta del volume “Fandasì” (racconti e poesie in dialetto barese) di Emanuele Zambetta, un giovane poeta dialettale, premiato in alcuni concorsi di poesia (Piedigrotta barese (2012 e 2013) e Premio Internazionale di Poesia “Città di Bitetto (2012-2013).

“Fandasì” (pagine 118 - € 12) rappresenta la prima raccolta del giovane Zambetta  (27 poesie e 4 racconti), nella quale tratta diversi temi rispettando in 25 poesie lo schema metrico dell’ottonario. È incluso un piccolo glossario relativo ad alcuni vocaboli.

Nel volume non è riportata la traduzione a fronte creando qualche difficoltà al lettore non esperto dei vari modi scrivere il dialetto barese, dal momento che vi sono sempre molte differenze nella scrittura da parte dei vari autori.
Infine non si può essere d’accordo con l’autore quando scrive  «Ritengo il metodo di scrittura gioviniano, il più corretto, logico e semplice»,  senza fare gli opportuni confronti e spiegarne il perché, dal momento che sono in circolazione altre grammatiche, anche se tutte prive dell’assenso di autorità accademiche.

1 Commenti

  1. Salve Signor Polito, Sono Emanuele Zambetta. La ringrazio pubblicamente per aver recensito il mio libro. Tuttavia, vorrei fare delle precisazioni.
    Più che definirmi un poeta dialettale (così come Lei mi ha appellato), mi definirei uno scrittore dialettale (non scrivo solo poesie; così come lascia intendere il sottotitolo del mio libro). Più che definirli “concorsi di poesia” (quelli ai quali ho partecipato), li definirei “concorsi letterari” (visto che 3 degli 8 premii da me conquistàti sinora,
    sono giunti in sezioni dedicate esclusivamente ai racconti; quando Lei scrisse la recensione, 2 dei 3 premii da me vinti, erano legàti ai racconti).
    In merito all’assenza di traduzioni in italiano: Il mio libro è rivolto al pubblico barese e non ai forestieri che non comprendono il barese. Credo che, chi mastica la letteratura dialettale barese, sia in grado di leggere più metodologie di scrittura. Al contrario, il lettore non abituato a leggere scritti dialettali, troverebbe comunque difficoltà. Di conseguenza, chi ne avrà voglia, leggerà, rileggerà e capirà ciò che ho scritto. Ed infine, proprio perché il libro è rivolto ad un pubblico che capisce la lingua barese, tradurre solo 288 termini (nel glossarietto) mi è sembrato sufficiente.
    In merito alla metodologia di scrittura da me utilizzata: Ho espresso solamente un mio parere; i lettori decidano il da farsi. “Fandasì” è una raccolta di racconti e poesie, non un libro di grammatica. Le 2 pagine presenti nel libro (trattanti l’argomento in questione) bastano e avanzano. In ogni caso non avrei alcun problema a parlare di grammatica dialettale barese con Lei. Organizzi un convegno e discutiamone (anche solo io e Lei); Le darei ogni spiegazione che desidera. Gliene dico giusto una: l’uso incompleto o errato che solitamente si fa della “j”.
    Cordiali Saluti.

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