Province: approvato ddl Delrio. Piovono critiche Fi e M5s

ROMA - C'è il via libera della Camera, con 260 si' e 158 no, al disegno di legge sulle Province, gia' approvato in prima lettura e modificato dal Senato. Il provvedimento stabilisce riforme in materia di enti locali, prevedendo l'istituzione delle citta' metropolitane, la ridefinizione del sistema delle province ed una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni. Il Pd ha votato a favore con Scelta Civica, Psi, Centro democratico, contro si sono espressi M5s, Forza Italia, e Fratelli d'Italia.

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Ma secondo il deputato forzista Pietro Laffranco, "Il ddl Del Rio e' solo un gigantesco spot di Renzi che non abolisce affatto le province, non taglia le poltrone, anzi ne istituisce 31000 nuove in termini di aumento di consiglieri ed assessori comunali e regala la gestione delle Province alla lobby dei Sindaci di sinistra come corrispettivo Dell'appoggio fornito a Renzi alle recenti primarie del PD".

Molto critico anche M5s sul ddl. “La prima illusione della propaganda renziana è che questa legge non elimina affatto le province. Tutte le 110 province italiane, infatti, rimarranno in vita, cambieranno solamente nome alcune di queste che assumeranno le vesti di città metropolitane”. Lo dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), a margine della votazione del Ddl Province oggi alla Camera dei Deputati. “Dal testo della legge emerge chiaramente che le province si estinguono solo laddove si prevede il subentro delle città metropolitane che ne prenderanno tutte le funzioni, aggiungendone poche altre”. Ma è la stessa scelta dei criteri alla base dell’istituzione delle nove città metropolitane ad essere contestate dai deputati M5S. “Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria – continua L’Abbate – non hanno alcun riferimento alla struttura urbana, come dimostra il caso del capoluogo calabrese ma rispondono a criteri prettamente politici”. Queste nove si andranno ad aggiungere, poi, a Roma Capitale ed alle cinque città metropolitane già istituite dalle regioni autonome (Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste).

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