PUNTO E A CAPO / La pazza idea del centrodestra e di Grillo: scaricare il debito sull'euro

di Giuliano Gasparotti - Nell'Italia della crisi economica, si tende a dimenticare quanto altrettanto profonda sia la crisi morale ben poco rappresentata dalla babele di urla, insulti e proteste: il leit-motiv di certi talk-show televisivi nei quali imperversano politici e folle urlanti, forconi e finti rivoluzionari, nell'affannosa ricerca di (troppo) semplici soluzioni per far ripartire la crescita cercando (al contempo) di scaricare ogni responsabilità del tonfo economico in corso. Cosa c'è di meglio che dare la colpa a qualcos'altro? Con le europee alle porte, l'occasione è ghiotta specie per coloro che sono alla ricerca di una nuova verginità politica: così Alemanno, insieme ai fratelli d'Italia, alza la voce contro l'Euro, causa di ogni male. Dimenticando che l'ex Sindaco di Roma ha lasciato il Comune con un buco da 867 mln di euro. Omettendo gli scandali che hanno travolto la sua Giunta, dalle assunzioni nelle aziende pubbliche di parenti ed amici alle consulenze d'oro. Tutto pagato con i soldi dei cittadini, of course.

Si tuona contro il “fiscal compact” ovvero il sistema attraverso il quale l'Italia si impegna ad un rientro in vent'anni del debito pubblico al 60% del Pil – Prodotto interno lordo. Insieme all'altro parametro sotto accusa, con un certo grado di ragione, ovvero il rapporto tra deficit/Pil che non deve superare la soglia del 3%. Non c'è alcun dubbio che questi parametri debbano essere resi più elastici proprio per consentire ai Paesi in recessione di uscire da questa spirale che rischia di essere distruttiva. A questo serviranno le elezioni europee: chiedere consenso agli italiani affinché si possa costruire una nuova Unione che rispolveri l'idea (ed il sogno) degli Stati Uniti d'Europa. Almeno questo chiedono il Pd, nell'alveo delle forze socialiste, e Scelta Europea, nata dall'unione delle forze liberal di Scelta civica.

Da Grillo alla sinistra di Tsipras, dalle destre alla Lega, la critica dell'Europa raggiunge apici tali da considerare non lontana la possibilità di uscire, in primis dall'Euro. Nella totale assenza di Berlusconi, concentrato sui propri guai giudiziari. E' colpa dell'Europa se l'Italia ha un debito oltre 2.000 mld di euro, oltre il 133% del Pil? Di chi sono le responsabilità? L'eredità è della I Repubblica che, tuttavia, il ventennio berlusconiano non ha in alcun modo affrontato. Tutto ruota intorno alla catena consenso-clientele-denaro publico-sprechi: 100 mld l'anno, secondo stime accreditate. Le campagne su “Roma ladrona” sono un pallido ricordo per la Lega oggi “basta Euro” che ha governato, non senza sprechi e relativi scandali, insieme a Forza Italia. Senza tralasciare le responsabilità dei Casini e degli Alfano che non hanno mai messo un serio argine all'ingrassamento della pubblica amministrazione, specie al sud. Larga parte della sinistra, tuttavia, non può certo lavarsi le mani perché se è vero che Romano Prodi ha spesso avuto il compito di rimediare ai buchi ereditati dai governi delle destre, è anche vero che molto robusta pare essere la tesi di chi – da Fassina alla sinistra tradizionale e sindacale – vorrebbe ricominciare ad alimentare la curva di una spesa pubblica in crescita costante.

Per quanto dolorosa, la cura imposta dal Governo Monti ha salvato il Paese dal collasso ed usciti dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo, oggi le condizioni di bilancio sembrano essere tali da consentire, con un minimo di credibilità, di tenere fermo il timone delle spese per consentire l'abbassamento delle tasse e l'investimento in crescita. A chi tuona contro l'Euro bisognerebbe chiedere perché non alza un dito sui 29 mld di euro di fondi strutturali assegnati all'Italia senza essere usati. Se si cercassero le vere responsabilità di una classe politica che ha prodotto debito sulle spalle delle generazioni successive, sarebbe a tutti chiaro come l'Europa sia la soluzione e non certo la causa di questo disastro. Bisognerebbe dirlo a Grillo, oramai chiuso in una battaglia di opposizione distruttiva. Facendo leva sulla stanchezza ed insofferenza degli italiani, si prepara la  trappola di chi vuole annullare la memoria dell'Italia recente. Annullando, così, ogni responsabilità. Tanto è tutta colpa dell'Euro, anche se sappiamo tutti che non è così. Applausi.  

Giuliano Gasparotti
BIOGRAFIA - Giuliano Gasparotti, giurista, si occupa attualmente di privacy e diritti della persona per Regione Toscana dopo aver a lungo approfondito i temi dell'amministrazione digitale, società dell'informazione e della comunicazione, degli aspetti giuridici del documento elettronico, dell'organizzazione del lavoro pubblico. Dopo la Scuola di formazione politica Ulibo di Prodi, ha approfondito per il Pd i temi della creatività, dei diritti civili, della innovazione, dello sviluppo competitivo dei territori e dell’economia della conoscenza, della cultura contemporanea e della identità politica postmoderna. Ideatore e fondatore delle Officine Democratiche (che raccoglie i “meccanici” ovvero coloro che lavorano per sanare la frattura tra politica e società) di cui è attualmente Presidente onorario è stato coordinatore fiorentino per i DS, prima, e per il PD, poi, ed è tra gli estensori delle proposte sulla laicità ed i diritti civili per il programma di candidatura di Matteo Renzi alle Primarie 2012. Candidato “rottamatore” con l'ex Premier Mario Monti, è parte del Coordinamento politico toscano ed è Responsabile nazionale Area Diritti Civili di Scelta Civica per l'Italia.

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