Sfumata la A, in quanti continueranno a sostenere il Bari?

di Piero Ladisa – “Sappiate amare la Bari. Sappiatela custodire e guardatela sempre con occhi innamorati”. Non è una frase pronunciata da una persona qualunque ma da Floriano Ludwig, uno dei padri fondatori del Foot-ball Club Bari nel lontano 1908. 

Ed è proprio l’avverbio 'sempre' che il più delle volte è stato trascurato dai supporter biancorossi. In varie circostanze, la maggior parte dei baresi ha sostenuto la squadra quando, oggettivamente, era semplice e comodo. Quando sentirsi biancorossi era facile, anzi facilissimo. Quando salire sul carro del vincitore era l'azione più scontata e banale da compiere. 

Anche in questa stagione, o meglio negli ultimi mesi, la città di Bari è stata travolta dalla 'febbre' dei tifosi ritrovati. Mesi concitati e intensi in cui è risorta la passione per il Bari, con lo stadio San Nicola che ha fatto registrare in alcune sfide il sold out. Con atmosfere e coreografie da Champions League! Senza tralasciare le numerose trasferte alle quali in molti hanno preso parte.

Sciarpe, maglie, vessilli biancorossi hanno colorato e addobbato in lungo e in largo il capoluogo pugliese sino a poche ora fa. Com'era, d'altronde, giusto che fosse. La formazione di Alberti e Zavettieri era in lotta per la promozione in A. Si stava compiendo un vero e proprio miracolo calcistico. Una squadra senza società, fallita (autofallimento) e successivamente rifondata e rilevata da Gianluca Paparesta, in lotta per non retrocedere in Lega Pro sino ad inizio 2014 stava vivendo un sogno che si è interrotto a Latina nella triste serata di ieri.

Ora, però, smaltita la delusione, bisognerà vedere e testare il grado di maturazione dei tifosi baresi che il più delle volte è oscillato, raggiungendo picchi di delusione e al tempo stesso di euforia, a seconda dell’andamento dei Galletti. Occorre sostenere la propria squadra senza remore e titubanze. In maniera incondizionata. Senza se e senza ma!

Il tifo è simile al rapporto tra coniugi. Bisogna onorare SEMPRE la propria squadra. Sia nella gioia che, specialmente, nel dolore. Tutti coloro che sinora hanno inneggiato la squadra intonando il coro “son biancorosso e mai ti lascerò” dimostrino di essere fieri baluardi della fede biancorossa. E non persone che cavalcano l’onda dell’occasionalità. Un plauso e un encomio vanno, invece, a coloro che ci sono SEMPRE stati e che rappresentano la vera essenza del tifo barese.

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