A Giovinazzo si festeggia la Madonna SS. Di Corsignano: tra culto e leggenda

di Mario Contino - Anche quest'anno a Giovinazzo, graziosa cittadina in cui storia e tradizione ben si uniscono ad innovazione e voglia di sviluppo turistico economico, in occasione delle festività della Madonna SS. Di Corsignano, sfilerà tra le strade il famoso corteo storico.

Organizzato dalla Pro Loco, ogni anno questa importante ed imperdibile manifestazione allieta la cittadina nel giorno che precede la festa patronale, con centinaia di figuranti, sbandieratori, tamburellisti ed un atmosfera d'altri tempi che riesce a suscitare piacevoli sensazioni nei più giovani, note di malinconia nei più anziani, spirito di partecipazione e curiosità in tutti i fortunati presenti, compresi i tantissimi turisti che giungono appositamente da ogni parte della Regione.

Quest'anno anche il sottoscritto è tra i fortunati che possono godere dello spettacolo offerto, così ho deciso di rendere partecipi anche i più distanti.

Cercherò di descrivere minuziosamente quanto riuscirò a vedere, questa manifestazione tocca tante vie del paese; seguire il corteo nell'intero percorso è stancante poiché è una lunga marcia che dura all'incirca 4 ore.

Parteciparvi però non mi dispiacerebbe, son certo che mi troverei a mio agio con indosso gli splendidi abiti d'epoca che i figuranti vestono per l'occasione.

Stando a quanto appreso dagli anziani signori ai quali ho chiesto maggiori informazioni sulla manifestazione, sembra che questa si volga a partire dal lontano 1967.

Il corteo ricorderebbe due avvenimenti molto importanti nella storia del paese:

1) La leggenda legata all'arrivo del quadro della Madonna, portato da un crociato in fuga dalla Terra Santa.

2) Il miracolo della pioggia e la fine della siccità dell'anno 1188.

Il corteo si divide in 2 parti, aprono la sfilata figuranti vestiti in maniera elegante, con stemmi nobiliari e tutto quanto possa ricordare l'antica nobiltà.

Questa parte del corteo si ricollega alla prima leggenda.

Il Cavaliere crociato

Il Cavaliere Crociato, reduce da una disastrosa campagna in Terra Santa, riuscì a mettersi in salvo trasportando con sè la sacra Icona della Madonna.
Giunse in fine al lazzaretto che sorgeva presso l'antica chiesa del Casale e li la lasciò in dono e custodia.

Il dipinto rimase presso quel luogo per molti secoli e pian piano, le voci legate ai tanti miracoli che avrebbero avuto origine dalla sua venerazione, crebbero fino a creare un vero e proprio culto per la SS. Madonna di Corsignano.

Nell'Agosto del 1388 il Vescovo, preso atto dei miracoli attribuiti alla Madonna raffigurata sulla tela e conscio del forte legame venuto a crearsi tra nella popolazione, proclamò ufficialmente la SS. Madonna di Corsignano quale Patrona di Giovinazzo.

La prima parte del Corteo, i primi figuranti, sfilano in ricordo di questa leggenda e dell'evento direttamente collegato ad essa avvenuto nel 1667, ossia la traslazione del dipinto dalla Chiesa del Casale alla Cattedrale di Giovinazzo, avvenuta su ordine e per volere del Vescovo.

I figuranti che sfilano nel secondo blocco del corteo, hanno abiti semplici, rappresentano il popolo umile.

Loro ricordano il miracolo avvenuto nel 1188.

Il passaggio degli sbandieratori durante la processione
Leggenda vorrebbe che in quell'anno Giovinazzo fu colpita da una terribile siccità che minacciava di distruggere i raccolti e con essi l'economia stessa del paese.

Fu organizzata una grande processione in segno di penitenza, per chiedere il miracolo della fine di quella brutta situazione.

Sembrerebbe che il miracolo avvenne sul serio, la pioggia arrivò abbondante e i cittadini potettero tirare un sospiro di sollievo.

Sperando di aver fatto cosa gradita, spiegando ciò che è all'origine del famoso corteo storico, cercherò ora di trasportarvi all'interno di esso.

Sono le ore 21,00 circa, io mi trovo in Via Bitonto e con me ci sono centinaia di persone che attendono impazienti l'arrivo del corteo.

L'atmosfera è d'altri tempi, il caldo non guasta la bella serata che si prospetta. Tutti chiacchierano in maniera spensierata ed i problemi quotidiani sembrano non trovare modo per rovinare la festa.

In lontananza inizia a sentirsi il suono ritmico dei tamburellisti: cerco di trovare un buon punto che mi permetta di osservare l'evento e scattare qualche foto per voi.

Le dame in abiti nivei
Alle ore 21 e 30 il Corteo giunge nelle mie vicinanze, i giochi degli sbandieratori, eseguiti con maestria ed eleganza, catturano l'attenzione di tutti i presenti.

Cavalieri, Dame, membri della milizia, Contadini, i colori giocosi delle fiaccole, lo scalpitio dei cavalli, il tutto contribuisce a creare un magnifico spettacolo.

Verso le ore 22,00 il corteo giunge in piazza e succede l'imprevedibile.

Un vento fresco giunge improvviso e con lui le prime gocce di quella che sarà un improvvisa e violenta pioggia estiva.
Il corteo si interrompe, tutti fuggono qua è là alla ricerca di un riparo.

La folla si accalca da per tutto, ogni balcone o uscio diventa un riparo da conquistare prima degli altri.

L'ingresso del palazzo del Municipio offre un buon rifugio dalla pioggia che cade scrosciante e ad un certo punto il sindaco Tommaso Depalma interviene ordinando l'apertura delle porte d'ingresso del Comune.

Questo bel gesto, dettato sia da civico dovere che da gran senso morale, viene accolto con entusiasmo e simpatia dai tanti presenti che hanno potuto usufruire di un riparo migliore.

La pioggia irrompe 'catartica' durante il corteo

Il tutto è durato circa 30 minuti, poi la folla ha iniziato ad abbandonare la piazza, certamente l'evento ha risentito delle cattive condizioni climatiche venutesi a creare.

Ciò che mi colpisce è che, come detto in precedenza, il corteo serve anche a ricordare il miracolo della pioggia avvenuto 1188, che oggi si sia ripetuto per ricordare a tutti che la storia non dovrebbe mai essere dimenticata e le antiche tradizioni rispettate?

Non mi esprimo in merito, lascio a tutti voi libertà di giudicare in base al vostro metro.

Per ciò che mi riguarda, mi son sentito protagonista di un evento magnifico, ho rivissuto per un attimo il ricordo del più famoso Miracolo del Sangue di S. Gennaro, sperando in cuor mio che questa pioggia, forse miracolosa, possa aver lavato i problemi del paese e presagito una nuova rinascita nel benessere generale.

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