'La gelosia': la recensione

di Frédéric Pascali - La mutevole, disperata, corroborante intimità dell’amore. Un malessere che i sensi non riescono mai a lenire del tutto e che finisce per essere preda della sua stessa involontaria parodia.

È il ritorno del cinema di Philippe Garrel. È il tema de “La gelosia” (“La Jalousie”).

Louis è un giovane attore di teatro squattrinato, dotato di una sensibilità molto particolare, separato e con una figlia a cui è legatissimo. È fidanzato con Claudia, ex attrice dal grande talento perduto e in piena crisi d’identità professionale. Lei è gelosa e insicura, fino a perdersi in vere e proprie crisi di panico, ma al tempo stesso è ambiziosa e non lesina di guardarsi attorno.

Non è da meno il sentimento dell’ex moglie di Philippe che lentamente vede perdere il suo ascendente sull’uomo e, soprattutto, sulla figlia.

Un circolo vizioso che sembra coinvolgere tutti e nel quale, alla fine, entrerà a pieno titolo anche lo stesso protagonista.

Girato interamente in bianco e nero, essenziale e bella la fotografia di Willy Kurant, “Gelosia” fa il verso al vecchio cinema francese della “nouvelle vague”. Garrel sembra voler rievocare, in una Parigi contemporanea, il sapore di quella della sua giovinezza, con un tratto distintivo apparentemente disincantato della vita e dell’amore.

“La gelosia” è un dramma che non è mai compiutamente tale, aggrappato com’è al filo sottile dell’incoscienza che è la vera matrice dell’intera storia. Ognuno a suo modo salta gli ostacoli disseminati dai sensi di colpa e va oltre, quasi sospeso in una eterna dimensione adolescenziale.

Ben recitato dai due protagonisti, Louis Garrel, figlio di Philippe, e Anna Mouglalis, il film si avvale anche dell’asciutta essenzialità dei dialoghi messi in opera dagli sceneggiatori Marc Cholodenko, Caroline Deruas Garrel (compagna di Philippe), Arlette Langmann e lo stesso Philippe Garrel.

Presentato con discreto successo nell’edizione 2013 del Festival di Venezia, il film in Italia è stato perlopiù confinato tra le anguste mura dei circuiti d’essai.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto