Cnel, 'Irrealizzabile in tempi brevi livello pre-crisi'

L'Italia in 7 anni di crisi ha perso un milione di posti di lavoro (di cui 400 mila nell'edilizia e poco meno nell'industria in senso stretto) e i progressi "non potranno che essere molto graduali". E' quanto riporta il Cnel nel "Rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014" che evidenzia come "le tendenze in atto suggeriscono che i tempi della svolta del mercato del lavoro potrebbero essere lunghi".

"Le tendenze del mercato del lavoro italiano nel medio termine - fa notare lo studio - delineano esiti preoccupanti". Una discesa del tasso di disoccupazione a livelli pre-crisi sembra "irrealizzabile" ed anche le prosettive indicate dal Def di aprile (calo della disoccupazione dell'11% nel 2018) appare "un obiettivo che richiederebbe uno sforzo notevole" e appare "un'ipotesi ottimista" date le tendenze in corso.

Il Cnel osserva che tradizionalmente la domanda di lavoro segue l'attivita' economica con un 'lag temporale' e cio' lascerebbe presumere che "il mercato del lavoro potrebbe iniziare a beneficiare di un contesto congiunturale meno sfavorevole non prima dell'inizio del 2015 nella migliore delle ipotesi".
L'economia e' ancora troppo debole - fa notare l'indagine - per poter determinare in tempi brevi un miglioramento dell'occupazione e inoltre le difficolta' esercitano una pressione significativa al ribasso sull'andamento delle retribuzioni: "la dinamica salariale sta decelerando rapidamente".
Nei primi sei mesi dell'anno - si legge nel Rapporto - l'occupazione temporanea e' finalmente tornata a registrare una variazione di segno positivo (10 mila dipendenti a termine in piu' nel 2014 nell'arco di un anno). Solo i dati dei prossimi trimestri potranno confermare o meno la tendenza e verificare se cio' e' dovuto alla riforma Poletti sui contratti a termine. Sull'ingresso di nuovi lavoratori nell'area dell'occupazione - osserva il Cnel - hanno influito le riforme varate negli anni scorsi con la tendenza a rinviare l'uscita per pensionamento. I giovani restano cosi' ai margini, non trovando spazi per un ingresso nel mercato del lavoro ed aumentano rapidamente quanti decidono di emigrare all'estero.

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