Nima Benati (intervista): «In quinta elementare scattai la prima foto, ora sogno la copertina di Vogue»

di Nicola Ricchitelli - Scattò la prima foto durante una gita a scuola: «Durante la gita di quinta elementare, c'era il mare e scattai una foto che allora definii “da cartolina”...», poi arrivarono i primi soldi, «il primo 'book fotografico' pagato lo feci ad un mio compagno di scuola per la mirabolante cifra di 30€!».

Ma i soldi veri e le prime soddisfazioni professionali non tardano ad arrivare: Cruciani, Patrizia Pepe, la campagna pubblicitaria di Fragolina Pompadour by Francesca Mercurio: «Ero terrorizzata… Mi sono detta che non potevo farci molto se non dare il 100% di me stessa e cercare di stupire con quello che avevo dentro, senza cercare ispirazione altrove».

C’è questo e molto altro nella chiacchierata avuta con la fashion photographer Nima Benati.



D: Quando si parla di Nima Benati, si parla di fashion photographer. La fotografia non dovrebbe essere un linguaggio universale? Perchè si cerca sempre di contestualizzarla in un determinato settore?
R:«Beh, perchè sarebbe come dire che Kobe Bryant, essendo un bravissimo giocatore di basket, sia automaticamente anche un campione di tennis e calcio! La fotografia è un mondo immenso con precise specializzazioni come in qualsiasi altro campo! Io capisco poco di paesaggistica e foto sportive, mentre il migliore dei fotografi sportivi probabilmente nulla capisce di fotografia di moda. A ognuno il suo…».


D: Quale la tua opinione circa l’uso di photoshop nella fotografia?
R:«Prima di photoshop le immagini si ritoccavano ugualmente con apposite tecniche in camera oscura, quindi è una convinzione moderna il fatto che il ritocco non avvenisse in passato! Sono ovviamente favorevole all'utilizzo di certi programmi, sta all'abilità del singolo a ottenere un risultato piacevole o meno alla vista!».

D: Come nasce Nima Benati?
R:« Grazie al passaparola tra le varie persone che erano state fotografate da me, la costanza e la voglia di fare incessante! Per tre anni non ho fatto altro che book fotografici a ragazzine chiusa in un minuscolo studio fotografico e precedentemente nel soggiorno di casa!».

D: A che età hai preso la macchina fotografico tra le mani?
R:«Credo 15 o 16 anni ma ero già rimasta affascinata dalla fotografia precedentemente».

D: La prima foto scattata?
R:«Durante la gita di 5 elementare, c'era il mare e scattai una foto che allora definii “da cartolina”... credo che sia tutto cominciato inconsciamente quel giorno!».

D: I primi soldi guadagnati?
R:«Beh non posso dimenticarlo, il primo 'book fotografico' pagato lo feci ad un mio compagno di scuola per la mirabolante cifra di 30€!».


D: Il primo marchio famoso per cui hai collaborato?
R:«Tendo a dimenticare la cronologia, ma credo che Cruciani, Patrizia Pepe e Pin-Up Stars siano stati i primi e i più importanti!».

D: Il primo brand per cui hai realizzato un servizio fotografico e cosa ti sei detta in quel momento?
R:« La campagna pubblicitaria di Fragolina Pompadour by Francesca Mercurio! Ero terrorizzata, c'erano due modelli famosissimi che avevano scattato con i fotografi più bravi del mondo e mi vergognavo da morire all'idea di non essere all'altezza dei miei predecessori. Mi sono detta che non potevo farci molto se non dare il 100% di me stessa e cercare di stupire con quello che avevo dentro, senza cercare ispirazione altrove».

D: Quale sarebbe la foto della vita per Nima Benati? 
R:«Beh, credo che la risposta sia sempre quella_ la copertina di Vogue».

D: Il tuo nome è legato in qualche modo a quello di Chiara Biasi e Chiara Ferragni: di lì l’appellativo di “fotografa delle fashion blogger”. La cosa fin dove lusinga e infastidisce? 
R:« Mi lusinga il fatto di conoscere due persone meravigliose che mi hanno dato tanto in molti termini e che stimo profondamente, ma mi infastidisce perchè lo trovo limitante: so di saper fare e poter dare tanto, so di avere uno stile in crescita e non voglio fossilizzarmi su nulla, nemmeno su un mercato che so bene funzionare molto al momento. Perseguo l'evoluzione con tutte le mie forze».

D: Oggi dire moda per molti significa dire fashion blogger. Vedi una fine per loro?
R:« Non so dare una risposta a questa domanda, credo che non ci sia una fine per nulla, semplicemente un'evoluzione e la legge della selezione naturale vale per tutti: chi avrà le capacità e la lucidità di adattarsi alle nuove richieste del mercato, crescerà con esso!».

D: Quando potrai dirti finalmente realizzata?
R:« Forse quando non avrò più imbarazzo e senso di inferiorità nell'incontrare personalità influenti nel mondo della moda? Eh eh eh... non saprei! Credo che mi sentirò realizzata quando lavorerò in giro per il mondo per e con giornali, aziende, brand e persone che stimo e ammiro!».


CONTACTS: 

https://www.facebook.com/pages/Nima-Benati-Photographer/171493626196056

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