Regionali: crolla affluenza in Calabria ed in E-R. Civati, 'disarmanti primi dati'

Crolla l'affluenza per le regionali della Calabria che scende sotto il 50%. Alla chiusura dei seggi, con il dato di quasi tutte le sezioni, ha votato il 43,9% degli aventi diritto. Alle precedenti regionali, nel 2010, l'affluenza, alla era stata del 59,26%. Allora si votò anche di lunedì. Alle Europee del maggio scorso i votanti, in Calabria, furono il 45,77%.

E' invece del 37,67% il dato definitivo sull'affluenza alle urne delle regionali in Emilia-Romagna. Il dato è in calo del 30,4% rispetto alle regionali del 2010 (fu il 68,13%), del 32,3% rispetto alle europee di sei mesi fa, era il 70,0%.

"I primi dati dell'affluenza alle Regionali sono disarmanti. Meno del 10% a mezzogiorno in Calabria, in Emilia poco sopra. Da domani forse sarà più chiaro che la governabilità come unica stella - senza rappresentanza - è non solo un problema, ma un vero e proprio pericolo. La sera delle elezioni sapremo chi ha vinto, forse. Ma sapremo anche che avrà perso la democrazia, se andiamo avanti così". Lo scrive sul proprio blog Pippo Civati.

AFFLUENZA IN VISTOSO CALO - E' stata del 10,75% l'affluenza registrata alle 12 per le elezioni regionali in Emilia-Romagna. Alle precedenti regionali, quando si votò però anche il lunedì, l'affluenza alle urne, alla stessa ora, era stata del 12,9%. A Bologna città ha votato il 12,56% (era il 12,4% nel 2010).

Dalle 7 alle 23: in queste sedici ore si potrebbe giocare il futuro del governo Renzi e della maggioranza. Perche', ancora una volta, le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria hanno un valore nazionale, una sorta di elezioni di mid term americane.

Il consenso di cui gode il presidente del Consiglio e' ancora solido per scongiurare colpi di scena. E' anche vero, tuttavia, che una vittoria di misura in una regione rossa come l'Emilia rappresenterebbe la spia che il partito sta perdendo l'ala sinistra del suo elettorato.

Tuttavia il timore è che il vero vincitore sarà il cosiddetto partito dell'astensione. Un elettore su due sembrerebbe infatti intenzionato a rimanere a casa.

La sfida delle due regioni è principalmente da giocarsi contro la disaffezione verso la politica evidenziata in questo caso dai motivi del voto anticipato dovuto in entrambi i casi - pur dai contorni assai diversi - dalle dimissioni dei governatori per questioni giudiziarie. Insomma l'incognita questa volta non è tanto chi vincerà, ma come e quanto i numeri potranno legittimare questa vittoria.

Lo stesso Renzi, dal palco del comizio di chiusura a Cosenza, ha chiesto di non restare a casa perché "la regione ed il Paese non si salvano da soli". Ma paese e regioni, ha anche scandito il premier riferendosi agli esiti elettorali di domani, devono restare ben separati.

Se sulle regionali in Emilia Romagna e Calabria, ha sostenuto qualche giorno fa il premier, "qualcuno vuole fare un test di come stanno i partiti, a me va bene: negli ultimi mesi il Pd ha vinto le partite in Regioni che erano del centrodestra, come in Piemonte, Sardegna e Abruzzo. Se domenica vogliono dire come sta il Pd sarò felice, ma non darei una lettura nazionale" di questo voto. "E non la darò io stesso se, come spero, vinciamo".

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