Continua a calare l’occupazione in Puglia: tasso scende al 41,8%

BARI – Continua a calare l’occupazione in Puglia. Il tasso è sceso al 41,8 per cento, nonostante i provvedimenti adottati dal Governo. Si tratta del parametro riferito al quarto trimestre del 2014, di cui il 55,8 per cento riguarda gli uomini, mentre il 28,1 per cento le donne. Gli occupati sono un milione 130mila (nel trimestre precedente erano un milione 139mila e il tasso si attestava al 42 per cento). E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat.

Questi i tassi di occupazione, in Puglia, anno per anno: 45,1 per cento (nel 2004), 44,4 (2005), 45,7 (2006), 46,6 (2007 e 2008), 44,9 (2009), 44,3 (2010), 44,7 (2011), 44,9 (2012), 42,3 (2013). La diminuzione degli ultimi anni conferma il persistere di una condizione ancora critica. «I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano l’estrema criticità della situazione occupazionale nella nostra regione. Anche nella provincia di Brindisi ed in quella di Barletta-Andria-Trani, dove il dato è in risalita rispetto al 2013, il valore assoluto risulta essere ancora troppo basso.

Grande preoccupazione suscita la situazione della provincia di Foggia, in cui dal 2010 ad oggi il numero degli occupati ha subito un crollo verticale. In particolare - continua il presidente - colpiscono i numeri dell'occupazione femminile: ad oggi solo poco più di una donna pugliese su quattro ha un lavoro regolare e questo è un fatto intollerabile. Auspichiamo che i provvedimenti contenuti nel Jobs Act, unitamente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità, contribuiscano in maniera importante a sbloccare il mercato del lavoro.

Tuttavia – sottolinea il presidente – questi interventi da soli non bastano per generare occupazione. Sono le imprese, specie quelle piccole e medie, a creare posti di lavoro. Solo attraverso un piano organico di sostegno allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia, la cui ipertrofia è spesso occasione di corruzione, potremo porre le basi per una stabile ripresa occupazionale». Ecco la situazione nelle province pugliesi: Bari si ferma al 45,1 per cento (contro il 45,2 del 2013), Foggia scende dal 38,6 al 37,2, Taranto dal 42,8 al 41,4 e Lecce dal 42,3 al 41,6. In ripresa, invece, rispetto al 2013, la provincia di Brindisi che passa dal 43 al 44 per cento e quella di Barletta-Andria-Trani che passa dal 37,7 al 41,4 per cento.

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