Momenti di spettacolo, humour e sacralità musicale: grande successo per il Premio Apollonio 2015

(Foto: C.Longo)
di Ilaria Stefanelli - Una ventosa serata di inizio estate ha accompagnato l’XI edizione del premio Apollonio, anche quest’anno protagonista, come evento di primo piano, per la sua carrellata di ospiti prestigiosi, dell’estate salentina.

La cornice del chiostro del rettorato dell’Università del Salento è stata riconfermata come location ideale volta a far da scenografia “parlante” alla manifestazione che, come avvenuto nelle precedenti edizioni, non ha smesso di stupire e intrattenere  la platea degli ospiti, che sono accorsi, numerosissimi , per godere dei contenuti proposti e deliziarsi con l’oro rosso offerto a fine serata dalla prestigiosa cantina.

Un premio, questo, creato dai fratelli Marcello e Massimiliano Apollonio, titolari dell’omonima azienda che da molti anni ha acquistato rilevanza nazionale e internazionale  sul mercato enologico, con la precisa intenzione non solo di promuovere un prodotto  di per sé già molto apprezzato, ma di coniugare in modo eclettico il mondo dell’enologia a quello dell’arte e del territorio.

Quest’anno la premiazione ha visto come protagonista il giovanissimo Ennio Capasa, salentino d’origine, con alle spalle una lunga carriera nel mondo della moda, iniziata quando, ancora ventenne, venne accolto sotto l’ala del grande stilista e designer giapponese Yamamoto.

 In Giappone, Ennio impara l’arte del cucire e i nobili trucchi che rendono un disegnatore di abiti un artista autentico:  stile naturale, raffinatezza  e una visione dell’abito come “ guanto”, in linea perfetta con chi debba indossarlo. Dal Giappone a Milano il passo e breve,  presenta la sua prima collezione donna nella capitale della moda nostrana,  con CoSTUME NATIONAL.  Dal  1989 sfila a Parigi. Nel 1995 segue la progettazione dei primi negozi dell'azienda a Milano, Tokyo, New York e Hong Kong. Negli anni la griffe  si sviluppa in varie direzioni: prêt-à-porter uomo e donna, profumi, cosmetici e lingerie.

Un ragazzo modesto, che non senza imbarazzo ieri ha ricevuto il premio ribadendo l’importanza della sua radice e di quanto essa abbia contribuito allo sviluppo della sua creatività alchemica.

Lecce ha elargito allori a un figlio che si è distinto per abilità e talento all’estero, ma non ha lesinato consensi e applausi ai due veri protagonisti della prestigiosa serata salentina  : l’attore, pigmalione, intrattenitore d’eccellenza, Neri Marcorè (legato ai fratelli Apollonio da una lunga amicizia) e  il cantautore romano, divenuto ormai protagonista e icona di radio due, Luca Barbarossa.
Una conduzione piacevole, leggera, divertente,  senza banalità,  ha accompagnato il pubblico da un momento all’altro della serata.

(Foto: C.Longo)
La comicità di Andrea Perroni e della speaker Virginia Raffaele  e le loro “ pillole ” di humor , attraverso imitazioni e rivisitazioni di personaggi cari a tutti  come Franco Califano, Eros Ramazzotti, Luciano Ligabue,  Ornella Vanoni, Belen Rodriguez , proponendo monologhi assolutamente originali ed esilaranti che hanno divertito  un pubblico a tratti ingessato ma, in compenso, partecipativo.

Di rilievo artistico notevole, la musicalità frizzante ed energica della Banda Osiris, che ha teatralizzato brani classici del repertorio pop contemporaneo.

In platea, personaggi del mondo della politica : Paolo Perrone sindaco di Lecce, l’ex presidente regionale  Nichi  Vendola e Raffaele Fitto, dell’economia, della stampa: i giornalisti  Antonio Caprarica, salentino anche lui  e Marcello Masi autore della rubriche Rai  “Si viaggiare”  e “ Eat Parade”  e del cinema, presenti in prima fila  i registi  Sergio Rubini, Ferzan Ozpeteck e Paolo Genovesi, già aficionados del premio da diversi anni .

Il vero “colpo di grazia”, d’una grazia assoluta che ha ammutolito il pubblico, rapito in un vortice di franca commozione e riconoscenza, è stata la presenza sul palco del premio del grande cantautore Francesco de Gregori, ospite per la prima volta della manifestazione salentina.

Con uno stile assolutamente informale, poche parole che da sempre caratterizzano la sua proverbiale riservatezza,  De Gregori ha preferito esprimere come sa fare il suo saluto al pubblico, eseguendo  alcune tra le perle del suo repertorio musicale, considerando anche la mondanità dell’evento, tale scelta risulta più che comprensibile.

Il pubblico, ipnotizzato,  ha salutato l’artista in piedi con un applauso interminabile che ha chiuso la serata. L’evento e il suo indiscusso successo raccontano della necessità imperante per il mondo della cultura di legarsi a realtà commerciali, soprattutto nel settore agroalimentare, che parlino di un luogo  e della sua storia, invitando personaggi che valutino la possibilità di investire nel territorio, portandoci un film, un progetto o semplicemente catalizzando  l’attenzione del pubblico e degli organi di stampa, per creare una santa alleanza  che possa portare lontano, un connubio di sostegno vicendevole. Com’è avvenuto ieri, grazie a degli prenditori intelligenti e lungimiranti.

Il vino  è cultura e come tale può essere ponte verso viaggi dalle mete sempre più esaltanti. Mete  culturali, commerciali e d’anima. A buon “intenditor” poche parole.

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