Ilva, ieri il “festival” dei fumi incontrollati

di Mauro Guitto - La giornata di ieri è stata una di quelle che i tarantini, anche quelli volutamente distratti, non potevano non notare. Gli abitanti del quartiere Tamburi, quelli di Statte e gli automobilisti che passavano nelle strade vicine "panoramiche" si sono accorti che dallo stabilimento si potevano "ammirare" ripetute fumate nere che arrivavano non dalle ciminiere bensì da punti imprecisati e in maniera incontrollata che poi si diffondevano all'impazzata nell'atmosfera.

Quel poco vento che c'era, anche se poco, faceva poi il resto: "spalmava" la nube nera al di sopra delle zone sottostanti finendo nei polmoni dei cittadini che, "gioco forza", hanno respirato. Chiediamo: cosa è accaduto ieri all'interno dello stabilimento? E' stato riacceso un altoforno? La procedura era quella corretta? (pare di no, a vedere le tante foto scattate da quelle che qualcuno chiama "ecosentinelle" ma che in realtà sono dei comuni cittadini che, per il loro e altrui bene, segnalano come dovrebbe fare qualunque comune cittadino interessato a partecipare alla vita pubblica). 

Chiediamo anche: perché la città non è stata preventivamente informata con un comunicato al Comune di Taranto per far sì che si predisponessero le dovute precauzioni per evitare che uomini, donne e bambini inalassero quei fumi insalubri? Qualcuno dirà "Quali precauzioni vorresti che si prendessero?". Per esempio la predisposizione di un programma di salvaguardia della salute pubblica da parte del Comune e l'uso di apposite mascherine (da mettere a disposizione dallo stesso Comune gratuitamente a tutti i cittadini) in determinati giorni e orari preventivamente concordati con l'Ilva durante necessarie(?) operazioni? Forse potrebbe essere una "soluzione" per limitare i danni come si è fatto in alcune città italiane in situazioni di eccessivo inquinamento dovuto al traffico veicolare... Sarebbe sempre meglio che respirare quei fumi, come è accaduto ieri. Siamo consapevoli che l'uso della mascherina non risolve alcun problema e che molti nemmeno la indosserebbero ma stiamo parlando di un modo per "limitare i danni" in attesa e nella speranza che le cose cambino al più presto possibile. 

Chiediamo ancora: in tutto questo l'Arpa dov'è? E Renzi? Forse è impegnato a "spalmare" ulteriore altro fumo nero sull'intera Italia su pensioni, occupazione, sanità, servizi, tasse e quant'altro. Peraltro oggi scade il termine entro il quale l'Ilva avrebbe dovuto (o dovrebbe) realizzare l'80% delle prescrizioni AIA. Ci pare azzardato pensare che quella percentuale non sia stata nemmeno lontanamente raggiunta, visto ciò che è accaduto ieri (e non solo) nei cieli di Taranto. Intanto quelle foto (scattate da quei pochi volenterosi e interessati cittadini), tante, sono finite alla Commissione Europea e ai Carabinieri del NOE, raccolte e inviate da Peacelink.

Aggiungiamo un altro campanello di allarme. I "Liberi e Pensanti" denunciano il fatto che nello stabilimento da diversi giorni si sta provvedendo alla demolizione della Batteria n.20 all'interno della quale è presente un'alta concentrazione di amianto e non si sa se le operazioni di rimozione stiano procedendo a norma di legge perchè se così non sta accadendo, l'amianto, ridotto in "polvere", sta finendo sistematicamente nei polmoni dei lavoratori (i primi a venirne a contatto) e degli abitanti. Anche in questo caso, l'Arpa, che è a conoscenza di questo, sta verificando la correttezza di queste operazioni? A tal proposito ricordiamo che tra i vari compiti dell'Arpa c'è quello del "Controllo e analisi delle emissioni e della qualità dell'aria per conto della Regione per le proprie competenze ai sensi delle normative di riferimento vigenti". Si attendono quindi risposte... da più fonti.

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