Intervista a Roberta Di Laura: da Taranto alla Scala di Milano, ammaliando il pubblico con l’arte della danza


di Pierpaolo De Natale - Classe 1992, cuore tarantino e talento puro. Parliamo di Roberta Di Laura, giovane pugliese che inizia a farsi strada nel mondo della danza, facendo parlare di sè in giro per il mondo e conquistando gli spettatori con la sua inconfondibile leggiadria. Laura ha iniziato ad entrare nel panorama dell'arte coreutica fin da piccola, quando nella sua città natale ha cominciato a frequentare stages con insegnanti del calibro di Dino Bosco e Angelo Venneri, scoprendo così i primi segreti di vari e differenti stili, dal contemporaneo all'hip hop. La vera svolta, però, arriva nel 2004, quando all'età di dodici anni Laura intraprende il cammino nelle danza classica, strada notoriamente non dritta e spianata, ma che lei ha saputo percorrere egregiamente, riuscendo a distinguersi sia a livello nazionale che internazionale.

Nel 2013 approda alla Scala di Milano, dove ha l'opportunità di seguire lezioni di teoria e pratica della danza classica con i maestri dello storico teatro lombardo. Successivamente si affaccia fuori dai confini nazionali, aggiudicandosi una borsa di studio per l'Accademia Passaro Azul di San Paolo (Brasile), e segue nuovi stages con Michele Oliva, direttore dell'Oliva Contemporary Dance Project di New York e con Arianne Lafita Gonzalves e Vittorio Galloro, primi ballerini del Balletto di Cuba.

A soli vent'anni diviene membro effettivo del Consiglio Internazionale della Danza, massima organizzazione nell'ambito della danza, riconosciuta dall'Unesco e con sede a Parigi. Prosegue, dunque, il suo perfezionamento e, parallelamente all'attività di insegnamento, continua a conquistare premi di rilievo internazionale, entrando in contatto con numerosi Paesi, fra cui San Pietroburgo e Tokyo. In vista del "Titanic Concert" - spettacolo musicale che la vedrà a breve impegnata in tournée - abbiamo avuto il piacere di intervistarla.

Fin da piccola hai intrapreso la tua strada nel mondo della danza, ricordi ancora perché scegliesti di iniziare o chi ti invitò a scoprire questa arte? 
Fin da bambina mi è sempre piaciuto esprimermi attraverso il movimento ogni qual volta ascoltavo una canzone o la sigla di un programma televisivo. Dico spesso che non ho scelto io di iniziare a studiare danza ma è come se la danza avesse fatto parte di me da sempre. Fin dalla prima lezione per me era così naturale muovermi a tempo di musica e volteggiare in sala con un gonnellino di tulle, mi sentivo davvero a mio agio e fin da subito capii di voler trasformare questa passione in una professione.

Tante bambine scelgono la danza come “hobby” pomeridiano. Cosa la trasforma in vera passione? 
La passione per la danza nasce dentro di sè, non si può insegnare nè spiegare. La passione nasce nel momento in cui la danza diventa una ragione di vita, quando la si ama a prescindere dalle soddisfazioni che può darci considerandola un modo per esprimere ciò che si sente emozionandosi ed emozionando il pubblico. Non è facile vivere questa passione perché la danza richiede tanto impegno, sacrifici, rinunce e una notevole determinazione per non arrendersi di fronte alle tante difficoltà che si incontrano in questo lungo e complicato percorso. Nella danza non basta avere talento, certo è fondamentale ma deve essere sempre supportato da una costante forza di volontà oltre che da una grande passione e in alcuni casi da un pizzico di fortuna. Studiare solo per hobby è un conto ma a livello professionale la danza richiede canoni tecnici ed estetici particolari, bisogna essere coscienti di dover fare tanta fatica pur nella consapevolezza magari di non raggiungere mai il successo ed essere già felici semplicemente di poter vivere quelle piccole grandi emozioni quotidiane che la danza regala ringraziando sempre la vita per le possibilità che ci dona al di là del successo.


Hai mai pensato di partecipare a un talent show televisivo? Oppure trovi che la miglior strada nella danza sia la formazione accademica? 
Pur avendo rispetto di tutte le forme di spettacolo, compreso il talent show, credo che lo studio della danza classica vada ben più al di là di questi programmi. La formazione accademica è basilare, la danza richiede uno studio serio e costante che di certo ha poco a che fare con i meccanismi dei talent show dove spesso ciò che conta non è il talento ma quanta presa si fa sul pubblico. I talent show sono considerati spesso dai giovani delle "scorciatoie" al successo perché attraverso la televisione è facile diventate noti o quasi degli idoli ma non è questo, a mio modesto parere, il percorso da seguire nella danza. La danza è soprattutto sudore e fatica lontano dai riflettori e dal pubblico. Gli applausi e la notorietà non sono che gli ultimi gradini di una scalata molto faticosa. 

Dopo esserti perfezionata a Taranto, hai avuto modo di partecipare ad eventi che ti hanno portata in giro per l’Italia e all’estero. Quale porti nel cuore? 
Tutte le esperienze vissute fino ad ora per me sono state importanti perché da ognuna ho imparato qualcosa, mi hanno permesso di vivere grandi emozioni e mi hanno lasciato dei bellissimi ricordi. A Taranto, mia città natale, ho studiato solo breve tempo e anche per perfezionarmi mi sono spostata in diverse città dove ho seguito stages e corsi di aggiornamento presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma, Scuola del Balletto di Roma oltre a seguire anche le lezioni di diversi insegnanti provenienti da importanti accademie. In seguito ho preso parte a vari eventi sia in Puglia ma anche in altre città ed ho avuto la possibilità di affermarmi all'estero grazie a diversi lavori di ricerca sulla danza presentati in qualità di Membro del Consiglio Internazionale della Danza di Parigi nel corso di vari Congressi Mondiali di Danza svoltisi in città come a San Pietroburgo, Atene, Tokyo ed altre. L'evento però che porto nel cuore si è svolto molto più vicino di quanto si possa pensare esattamente a Castellaneta Marina (TA) lo scorso Agosto, dove ho ricevuto il Premio Internazionale Crisalide Città di Valentino per l'arte della Danza. Ricorderò sempre questa esperienza come una delle più belle ed emozionanti in assoluto oltre che una gran bella soddisfazione veder riconosciuti e premiati i propri sacrifici per un'arte cosi bella ma al tempo stesso così difficile. 

Fra i tuoi ultimi progetti, invece, troviamo il “Titanic Concert”. Quali sono le prossime tappe in Puglia? 
Ho avuto il grande onore di partecipare a questa produzione tra gli interpreti principali e in qualità di ballerina solista. Lo spettacolo, musicato da Robin Gibb (Bee Gees) e R.J. Gibb e caratterizzato da proiezioni ologrammate, ha visto la prima europea a Taranto lo scorso Ottobre e a partire dal 2016 inizierà una tournée che toccherà diverse città italiane ed estere. In Puglia le prossime tappe saranno Bari presso il Palaflorio e Lecce al Teatro Politeama Greco.


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