Nanny State Index: non andare in Finlandia, Svezia e Regno Unito se bevi e fumi


LECCE - Un'eccessiva regolamentazione e le cosiddette 'sin tax', cioè le tasse 'del peccato', intervengono pesantemente sulla libertà dello stile di vita in paesi come Finlandia, Svezia e Gran Bretagna. Questi sono gli stati che sono in Europa i più proibizionisti su fumo e alcol e con più tasse su cibi e zuccheri. Mentre più liberale l'Italia, invece, che si trova nella parte bassa della classifica (17/a), mentre Germania e Repubblica Ceca sono le più permissive in assoluto. A dirlo è uno studio stilato da un think tank inglese, Institute of Economic Affairs (IEA), con lo European Policy Information Centre.

L'indagine del Nanny State index, la classifica degli Stati troppo 'paternalistici', ha analizzato i 28 Paesi dell'Unione europea sul modo in cui controllano fumo, alcol, cibo e l'uso delle sigarette elettroniche, studiando tassazione, restrizioni alla pubblicità, proibizioni e altre regolamentazioni imposte dagli Stati. «A meno che uno non sia astemio, vegetariano e non fumatore, commenta Christopher Snowdon, coordinatore dello studio, il mio consiglio è di andare in Germania o Repubblica Ceca quest'estate». Anche se le 'leggi paternalistiche' sono spesso giustificate per tutelare la salute, l'indagine rileva che i Paesi con le regole più rigide su alcol e tabacco non hanno i tassi più bassi di fumatori e bevitori. «Non c'è correlazione tra le leggi dello Stato, continua, e una maggiore aspettativa di vita». La Finlandia guida la classifica per le tasse sulle bevande al cioccolato, alcol e tabacco, il bando assoluto delle e-cig, degli alcolici agli happy hour e pesanti restrizioni alla pubblicità. Il Regno Unito ha invece le proibizioni più draconiane sul fumo e le maggiori tasse su vino e sigarette.

A seguire tra i più restrittivi ci sono Irlanda, Ungheria, Grecia e Lituania, mentre nel gruppo dei più liberali in assoluto ci sono Bulgaria, Austria, Slovacchia, Olanda, Lussemburgo, Germania e Repubblica Ceca. Come dimostra anche questo studio, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le tante battaglie per tutelare la salute dei cittadini rispetto a cibo spazzatura, alcool e sigarette continuano a rivelarsi inefficaci.

A differenza dello storico bando di sostanze alcoliche avvenuto negli Stati Uniti durante gli anni ’30 del secolo scorso, nel quale venivano proibite la fabbricazione, la vendita, l’importazione e il trasporto di alcolici, l’odierno atteggiamento assunto da molti governi nei confronti del fumo, del cibo “spazzatura” e degli alcolici stessi appare meno coercitivo ma ugualmente duro e, fondamentalmente, privo di riscontri positivi.

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