Nuovo libro di poesie in dialetto barese di Elisa Ferorelli

di VITTORIO POLITO — Il dialetto, sempre più attuale, rappresenta un universo verbale, in qualche caso più colto dell’italiano piatto e banale, imposto dai mezzi di comunicazione e ulteriormente degradato dall’uso dei messaggi giovanili. Il dialetto, invece, è frutto di una stratificazione linguistica antica, in grado di testimoniare anche presenze storiche e significative ancorché dimenticate. Insomma, il dialetto rappresenta, come affermato da più parti, un terreno di conservazione della nostra prima lingua, preziosa e per certi versi insostituibile.

Elisa Ferorelli, più volte premiata per i suoi versi dialettali, si è classificata recentemente nella “Piedigrotta barese” al primo posto per il “Premio Francesco Saverio Abbrescia” per la poesia “Sendore”, ed ha pubblicato recentemente, per le Edizioni Wip di Bari, il libro di poesie in dialetto barese “La varche de Zuele”.

Zuele (corrispettivo italiano di Emanuele), è un marinaio abituato a vivere sulla sua barca in mezzo al mare, stabilendo una fratellanza con le forze della natura, fino a sfidarle volontariamente. Zuele dà solo il titolo ad una poesia e al volume che raggruppa molti altri versi con argomenti vari che l’autrice snocciola abilmente.

Secondo l’autrice il nome Zuele «evoca vicoli e voci della città vecchia, fischi e richiami popolari, atteggiamenti ruvidi e sbrigativi, ma autentici e fattivi, conoscenze concrete conquistate attraverso esperienze sofferte o ancestrali, quasi facessero parte di un patrimonio genetico: “si nasce marinai” verrebbe da dire», mentre la ‘varche’ (barca), nell’universo concettuale condiviso dall’autrice,  «Ã¨ metafora di ‘mucchio’, ‘raccolta’, insieme ad altre sue numerose declinazioni gergali che fanno riferimento alle tante sfaccettature del vissuto concreto ed emotivo»

Molto validi i contenuti, scritti in un buon dialetto, se si eccettuano alcuni vocaboli e proposizioni, scritti in modo poco corrente (ad esempio le preposizioni ‘del’, ‘al’, ‘per’, tradotte rispettivamente ‘de u’, ‘a u’, ‘pe u’, o il numero ‘due’ che in dialetto sono riportati dalla maggioranza dei poeti e degli scrittori, con ‘do’ e ‘dù’.

Il volume, anche illustrato dall’autrice, sarà presentato venerdì 10 giugno alle ore 18.00, nell’accogliente cornice dell’Hotel Palace di Bari, alla presenza di cultori della materia e artisti baresi. Un evento letterario per amici, colleghi e appassionati, per immergersi negli ambienti della nostra tradizione e riconoscersi, con ironia ed emozione, nei valori fondanti delle nostre radici e del nostro dialetto.

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