Vince la Brexit: la Gran Bretagna è fuori dall'Ue. Cameron si dimette. Juncker: "Non è fine Europa"

LONDRA - Dopo il Brexit e la tempesta di ieri sui mercati finanziari che ha visto il crollo della sterlina e dei principali listini europei, ora la Gran Bretagna è anche a rischio downgrade. Lo sostiene l'agenzia internazionale Moody's, che ha confermato il rating 'Aa1', ma ha portato l'outlook da stabile a negativo.

Giornata storica ieri per la Gran Bretagna dopo il Brexit, con il premier Cameron che annuncia le sue dimissioni. "Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre". Lo ha detto il premier britannico aggiungendo che il nuovo premier "dovrà guidare i negoziati con l'Ue". "Il popolo britannico ha votato per uscire dall'Europa e la volontà del popolo britannico sarà rispettata", ha affermato.

Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha però assicurato che la vittoria del Leave non è l'inizio della fine dell'Europa. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, la Brexit è un taglio netto per l'Europa. Ma avverte che ora serve un'analisi "calma e composta" dell'esito del referendum.

Il Regno Unito è così definitivamente fuori dall'Ue: quando non ci sono più circoscrizioni da scrutinare, il 'Leave' ha ottenuto il 51,9% dei voti e il 'Remain' il 48,1%. Per la Brexit - riferisce il sito della Bbc - hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell'Ue i voti sono stati 16.141.241. L'affluenza al referendum viene fissata al 72,2%. Con questo voto, la Gran Bretagna si prepara ad uscire dall'Unione Europea.

Dopo alcuni primi segnali negativi, all'inizio dello spoglio, tra cui Newcastle e Sunderland con più voti di quelli attesi a favore della Brexit, solo alcuni collegi di Londra e Manchester, nel finale, hanno alimentato un lumicino di speranza per il fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain, che hanno riportato lo svantaggio da Leave attorno a 400.000 di voti.

"Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell'indipendenza per il nostro Paese. E' l'alba di un Regno Unito indipendente". Lo ha detto il leader euroscettico dell'Ukip Nigel Farage, dando per scontata una vittoria del Leave. "Se il Leave vince, il premier David Cameron si deve dimettere "immediatamente. E' arrivato il momento di liberarci da Bruxelles", ha continuato.

Quella che si profila per la Brexit, secondo il leader dell'Ukip, Nigel Farage, è "una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l'inganno. Credo che ora Leave vincerà". Farage, urlando davanti ai suoi fan, ha detto che "abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile, ma solo combattendo sul territorio". La vittoria, ha detto, "ci farà lavorare tutti insieme" e ci farà abbandonare la bandiera dell'Ue e Bruxelles. "Il 23 giugno passerà alla storia come Independence Day".


Il Regno Unito spaccato in due - Il 'Leave' vince in Galles conquistando 854.572 voti contro le 772.347 preferenze date al 'remain'. In Scozia,nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain' con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 67,2%: Glasgow, la grande città portuale scozzese, vota al 66,6% per Remain, contro il 33,4% di Leave e Edimburgo, vota a favore della permanenza nell'Unione Europea con una percentuale del 74,4% contro il 25,6% di Leave. In Irlanda del Nord, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain'con 440.437 voti contro i 349.442 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 62,9%.

Contraria alla Ue la maggioritaria Inghilterra (esclusa quasi tutta Londra) conquasi il 60% di voti pro-Brexit. A Manchester fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain. Nella città industriale di Sunderland, sulla costa del nord-est dell'Inghilterra, Leave ha vinto con 82.394 voti (61,3%) contro i 51.930 voti (38,7%) per Remain. A Newcastle, città nel nord-est dell'Inghilterra, il 'Remain' ha vinto, ma di misura: 50,7% contro il 49,3% dei voti per il 'Leave', con uno scarto di appena 2.000 voti in una città in cui hanno votato in 129 mila.
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