COMMENTI. Docenti universitari che trascurano la didattica: che fare?

di VITTORIO POLITO — Nel gennaio 1999 il quotidiano “Roma” pubblicava una mia nota sui docenti universitari, ancora di viva attualità.

I professori universitari, alla stregua di tutti gli altri dipendenti dello Stato, dovrebbero dare conto del loro operato, non solo con l’attività scientifica attraverso pubblicazioni e quant’altro, ma soprattutto con l’assistenza agli studenti e la didattica. Molti docenti la didattica la delegano agli assistenti mentre loro se ne stanno comodamente a casa o in tutt’altre faccende affaccendati. Sarebbe il caso, e il momento, che il Ministro della Pubblica Istruzione tenesse in seria considerazione la questione per dare esemplari direttive in tal senso.

Gli studenti universitari e gli specializzandi non sono discenti di “seconda serie”, dovrebbero avere la massima attenzione da parte dei docenti, solo così facendo le Università italiane potrebbero risalire la china e tornare ad essere fra i primi posti nelle classifiche degli Atenei.

È anche il caso di ricordare che gli studenti universitari pagano una tassa regionale per il “diritto allo studio”, ma di quale diritto si tratta? Quello di vedersi trascurati e di veder sospesi e rimandati spesso e volentieri date di esami o lezioni?

Per non parlare del nepotismo dei cosiddetti “baroni”, i cui figli rappresentano una vera propria “razza di genietti”, sono i più bravi, i più studiosi, quelli che ancora prima della laurea hanno un mare di pubblicazioni e, senza tema di smentita, hanno percorsi privilegiati.

Non dimentichiamo che il ruolo primario delle Università è quello dell’insegnamento. Anni fa il Ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer, a proposito delle Facoltà di Medicina, affermò che “sono malati gravi”. Sarebbe proprio il caso che Ministri e Rettori si diano proprio una “mossa” per sanificare il cosiddetto massimo tempio della cultura, che non può certamente essere quello dei privilegi.

La soluzione al problema? Togliere potere ai docenti universitari che, per colpa di molti, per fortuna non di tutti, stanno affossando il tempio della cultura, e regolamentare alla pari di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, diritti e doveri.

Qualcuno scriveva qualche anno fa di “scacciare” i mercanti dalle Università, affinchè diventino luoghi decorosi e possibilmente produttivi, invitando gli studenti a denunciare, senza alcun timore, i comportamenti dei docenti, poiché le Università devono funzionare bene, specie in un momento in cui la concorrenza internazionale minaccia di emarginare sistemi accademici inefficienti ed anche perché le tasse e le spese per frequentarle sono esose.
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