Mr Cobbler e la bottega magica: la recensione


di Frédéric PASCALI - Thomas McCarty, regista premio Oscar per “Il caso Spotlight”, torna sugli schermi cinematografici italiani con una commedia costruita con i contorni della favola noir e lo spirito leggero dell’ottimismo dei semplici.
Già distribuita l’anno scorso negli Stati Uniti, è stata prodotta nel 2014, non ha incontrato grandi favori né di critica e né di pubblico, con un accanimento decisamente eccessivo fino a ottenere ben due candidature ai temuti “Razzie Awards”, i premi per i peggiori film dell’anno.

Max Simkin è un calzolaio di origine ebrea, molto legato all’anziana madre, quello che rimane della sua famiglia, alle prese con la solitudine della vita di tutti i giorni. Non bastano a rincuorarlo i preziosi consigli di Jimmy, un vecchio amico barbiere che ha il negozio proprio accanto al suo, e i tanti incontri di una professione che non conosce crisi. L’apatia non sembra abbandonarlo, fino a quando, per rimediare a un guasto meccanico della sua macchina da cucire, nello scantinato del negozio s’imbatte in un vecchio modello tramandato a lui da due generazioni di Simkin. Presto ne scopre le qualità magiche e la possibilità di assumere, tramite le scarpe risuolate, le sembianze degli altri. Un’avventura che gli cambierà per sempre la vita.

La buona volontà di McCarty non si discute, a maggior ragione se si prende in considerazione il cast messo insieme per l’occasione. Affiancano l’interprete principale, un Adam Sandler un po’ spento, vecchie glorie del calibro di Steve Buscemi, “Jimmy”, Ellen Barkin, “la Greenawalt”, e Dustin Hoffman, “il padre di Max”. Sforzi encomiabili ma insufficienti a far decollare una narrazione che rimane prigioniera di una trama condita di troppi colpi di scena “attesi” e di un ritmo che ricorda un po’ quello dei ciclisti in difficoltà sulle rampe del Tour de France.

Si fa apprezzare la fotografia di Mott Hupfel così come la scenografia di Stephen H. Carter, al contrario degli effetti sonori, ossessivamente identici, che accompagnano l’atto del calzare le numerose scarpe protagoniste.

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