Io prima di te: la recensione

di FREDERIC PASCALI - Nonostante siano passati 46 anni dalla proiezione di “Love story”, la struggente pellicola di Arthur Hiller, il cerchio continua a non chiudersi e a replicarsi in infinite variazioni di successo, come nel caso di “Io prima di te” (“Me before you”), l’attuale campione d’incassi delle sale cinematografiche italiane.

La drammatica vicenda ivi narrata, tratta dal romanzo omonimo di Jojo Moyes e diretta da Thea Sharrock, al debutto nella regia per il grande schermo, possiede tuttavia una propria definita identità che miscela abilmente i temi etici e la forza dei sentimenti.

Lou Clark è una ragazza molto solare e graziosa che lavora in un piccolo bar di una tipica cittadina inglese. Con il padre disoccupato è il suo stipendio che mantiene l’intera famiglia. Così quando viene licenziata diventa per lei imperativo trovare subito un nuovo lavoro. Inaspettatamente Lou riesce a farsi assumere come assistente di Will Traynor, un giovane e ricchissimo banchiere divenuto quadriplegico a causa di un incidente stradale. All’inizio il rapporto è piuttosto complicato ma lentamente i due diventano amici e confidenti. È l’inizio di un legame indissolubile, non senza colpi di scena.

Merito indubbio del grande successo di “Io prima di te”, che, per inciso, tuttavia non trova collocazione nella voce “capolavori”, è la particolare precisione con cui Scott Neustadter, Michael H. Weber e Jojo Moyes costruiscono una sceneggiatura a “soffietto” dove gli “alti” e “bassi” si alternano con il giusto tempismo.

Il rapporto tra punto centrale, punto culminante e risoluzione viene ottimizzato al meglio, grazie anche alla buona prova dei due protagonisti: Emilia Clarke, “Louisa”, e Sam Claflin, “Will”.

In più, l’espediente di rappresentare il dramma con i contorni della favola, determinante in questo senso è la fotografia di Remi Adefarasin, fa distogliere l’attenzione da alcune forzature sceniche concentrando l’obiettivo della macchina da presa sull’espressione dei volti dei due protagonisti, il coinvolgimento del pubblico è assicurato.

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