LA RECENSIONE. Escobar

di FREDERIC PASCALI - È finalmente nelle sale italiane il film di Andrea Di Stefano, al suo esordio dietro la macchina da presa dopo una già corposa carriera d’attore al servizio di autori quali Bellocchio, Argento, Özpetek, Infascelli, Schnabel e Ang Lee.

Girato nel 2014, il suo “Paradise Lost”, da noi distribuito con il più commerciale titolo di “Escobar”, è un lavoro ben diretto costruito sullo sfondo biografico della vita del più famoso e terribile narcotrafficante degli anni ’80 -’90 del secolo scorso.

Nick, insieme al fratello Dylan e la compagna, lascia il Canada per trovare sulle spiagge della Colombia un posto dove aprire una piccola attività e fare l’istruttore di surf. Il caso vuole che la zona scelta sia quella vicina al luogo in cui abita Maria, la giovane nipote di Pablo Escobar.

Tra i due ragazzi il colpo di fulmine è immediato e il passo verso il matrimonio è breve. Nick diventa uno di famiglia e come tale, suo malgrado, entra in contatto con gli affari del suocero. La ricerca di una via d’uscita non sarà affatto semplice.

Con i contorni del volto truce di un ottimo Benicio Del Toro, “Escobar” procede nella via di mezzo che separa i canoni del thriller avventuroso dalla classica gangster story.

Il senso di tragedia imminente che avvolge costantemente le gesta dei protagonisti è ben espresso da un efficace gioco di primi piani in cui Di Stefano eccelle. Le atmosfere all’ultimo respiro della seconda parte dell’opera, un po’ alla “Carlito’s way”, sono abilmente assemblate dalla musica di Max Richter, mentre la figura esile e sofferta di Josh Hutcherson,”Nick”, coadiuvata dall’attenta fotografia di Luis David Sansans, assurge a mattatrice assoluta e convincente.

La coproduzione franco, belga, spagnola non muove gli stessi capitali hollywoodiani , e si nota, ma riesce egregiamente a fare di necessità virtù, aiutata in questo dalla sceneggiatura di Di Stefano che con una buona capacità di sintesi, e con l’espediente dell’iniziale lungo flash back, veicola con dovizia l’essenza delle vite dei suoi personaggi.

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