OPINIONE. Filomena pornostar, da Renzi a Tinto Brass

di FRANCESCO GRECO. C'è un racconto, sublime, di Charles Bukowski, scrittore americano (nato in Germania), morto negli anni Novanta. Parla di un tale condannato perché la polizia lo ha beccato mentre era impegnato in un rapporto orale sui gradini del municipio di Los Angeles.
Abrasivo come era il suo stile, Bukowski gli dice che lo avrebbero assolto se lo avessero trovato dentro al municipio, dove quello che lui faceva è cosa ordinaria. Paradossi letterari.

Che ci sono venuti alla mente leggendo della delegata del Pd Filomena Mastromarino che lascia la politica per il porno. Folgorata sulla via a luci rosse, abbandona Renzi e la sinistra per andare da Rocco Siffredi (detto Mr. 30, e non è un prefisso telefonico), che l'ha subito messa sotto contratto, ha buttato già una co-sceneggiatura e sta girando l'ennesimo film xxx. Erotismo artistico, non porno: così dicono tutte.

C'è chi si converte all'Islam, chi alla cucina vegana: Filomena nostra, da delegata dell'Assemblea nazionale Pd, alla camera a luci rosse. Chissà che penseranno i suoi elettori? Dalla rivoluzione proletaria a quella sessuale. Scommettiamo che sarà braccata dai programmi morbosi e guardoni, tipo Barbara D'Urso?

A Gioia di Colle, dove l'aspirante pornostar è nata, al TgNorba non hanno voluto commentare, manco fossimo a Corleone e si trattasse di un omicidio di mafia alla “Nenti sacciu, nenti vidi e nenti sentii”.

D'istinto vien da dire: visto come Renzi ha ridotto il Pd e la sinistra, quello di Filomena è un approdo naturale. Ora magari la Boschi sarà adescata da Tinto Brass per “Paprika 2” e alla Madia Zeffirelli farà girare un film in costume (rinascimentale, che avete capito?).

Filomena si dichiara la Malena di Puglia. Forse non ha visto il film di Tornatore: Malena è l'icona della donna mediterranea, presa dai romanzi di Brancati, dove si parla di donne e si sublima il desiderio (“Ai siciliani piace parlane di donne e basta...”).

Non è però un fatto nuovo che le luci rosse si intreccino alla politica. Negli '80 Ilona Staller sbarcò in parlamento portata da Pannella. Poi Cicciolina fondò il partito dell'amore, che alle politiche ebbe 300mila voti con lo slogan: “Fate l'amore non fate la guerra”. Mi piace.
Che la politica abbia da sempre anche un aspetto erotico lo si sapeva. Tant'è che in Sicilia c'è un proverbio: Cumannàri è megghiu ca futtìri (traducete voi).

E anche hard. Berlusconi al Nazareno, gennaio 2014, che cosa fu? E a luci rosse è tutta la propaganda che Renzi sbatte in faccia agli italiani dai social e dalla Rai normalizzata (pagata da tutti), senza alcun contraddittorio: porno puro. Le cateratte del cielo si sono rotte, come nella celebre poesia di Neruda.

Conoscevamo un senatore pugliese che dilapidava lo stipendio a escort. Ai suoi elettori diceva che badava a far arrivare finanziamenti per il territorio. Quando lo sgamarono non lo elessero più. E morì di fame.

Nella seconda repubblica politica e pornografia si sono ontologicamente intrecciate ancora di più: impossibile separarle. Dalle cene eleganti di Arcore al quartiere di escort a libro-paga di Berlusconi (oggi 80 anni, portati malissimo: manco una ruga e un capello bianco, auguri!), le celebri Olgettine.

Molti parlamentari vanno per siti porno mentre di parla di legge-Cirinnà, altri cercano sui social compagnia per la sera, altri ancora sono iscritti a Badoo.

A questo punto però sociologi e antropologi devono dircelo: come mai le baresi hanno l'inclinazione al porno? Ricordate Angela Sozio la rossa del Grande Fratello 3 (forse) sulle ginocchia di nonno Silvio in Sardegna?

E il successo editoriale di Rossana Doll, “Membri di partito”? Tutti a Bari sapevano la casa in via Capruzzi dove l'allora assessore Sandro Frisullo, Pd, consumava. Era barese Patrizia D'Addario: entrava nel lettone di B. col registratore. Lo stesso B. si scambiava le escort con Putin come noi bambini le figurine Panini.

Ma non abbiamo certo il copyright. Anni fa un ministro inglese si dimise perché fu fotografato con una squillo. Hillary Clinton mena ancora Bill quando qualche giornale tira fuori l'affaire fra il marito e la stagista Monica Lewinsky che conservava nel frigo il vestito maculato nei rendèz-vous alla Casa Bianca (Studio Orale).

Dove c'è la politica c'è il porno, perché la politica è anche meretricio, una forma soft di prostituzione.

Magari il prossimo step di Filomena saranno i voti, nel senso di convento di Clarisse (successe ad altre pornostar). Nel frattempo, speriamo che come attrice sia meglio che come politica: sul web non c'è un link che ricordi un suo discorso, un'intervista. Se non sono memorabili i suoi scritti, lo saranno gli orali? Aspettiamo il film, ai primi ciak, di cui ignoriamo il titolo. Non sarà il remake de “L'impero dei sensi” di Nagisa Oshima, ma se Renzi la annoiava, con tutta quella fuffa, ha fatto bene a mandare la foto a Rocco: Filomena ha capito che fra Montecitorio e le luci rosse non c'è poi molta differenza.