Agroalimentare: M5S, origine delle materie prime obbligatorie in etichetta

BARI - Il M5S ribadisce, in un convegno, la propria posizione e chiede al Governo di imporsi in Ue per gli altri prodotti oltre il latte, iniziando dal grano, le uova e la carne per ottenere una etichetta trasparente e con informazioni che avvantaggino consumatori e imprese

Rendere obbligatoria l’indicazione d’origine delle materie prime nell’etichetta alimentare, specificando non solo il luogo dove viene trasformato e confezionato il prodotto ma anche il Paese di provenienza dei singoli ingredienti, in modo da fornire al consumatore la massima trasparenza  e consentire di fare una scelta consapevole. È la richiesta che i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Agricoltura porgono al Governo a margine del convegno “Etichetta alimentare: istruzioni per l’uso contro gli inganni della pubblicità”.

“Visto che la partita sulla normativa che definisce l’etichetta alimentare si gioca quasi tutta in ambito europeo, fin quando l’Italia non riuscirà a farsi valere in Europa, dovremo battere i pugni su tutti i tavoli delle sedi comunitarie per far sentire la nostra voce. Un esempio positivo, in questo senso, è rappresentato dall’indicazione d’origine del latte usato nei prodotti lattiero caseari chiesta da tempo dal M5S e che finalmente partirà anche in Italia dal prossimo 1° gennaio – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura a Montecitorio – Per scardinare l’attuale sistema occorre fare un lavoro di fino a livello nazionale prodotto per prodotto, come ci auguriamo avvenga davvero  per indicazione dell’origine del grano usato nella pasta italiana, proposta da un ordine del giorno del M5S e per la quale attendiamo ancora che il Ministero delle Politiche Agricole faccia ufficialmente richiesta all’Ue per applicarla in Italia in via sperimentale. Oppure estendere l’indicazione obbligatoria dell’origine delle uova anche a tutti i prodotti trasformati che le usano come ingrediente o, ancora, introdurre per le carni il tipo di allevamento di provenienza, se è ad esempio estensivo o intensivo".

"Tutte queste – conclude L’Abbate (M5S) – a nostro modo di vedere rappresentano informazioni utili sia per il consumatore, educato a compiere scelte sempre più consapevoli, sia per le imprese che possono differenziarsi sul libero mercato”.

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