Roma, presentato annuario dei dati ambientali Ispra 2016

di DONATO FORENZA - E’ stato presentato recentemente a Roma, l’Annuario dei Dati Ambientali Ispra 2016. Il report fornisce preziosi dati e utili approfondimenti su tematiche strategiche quali suolo, rifiuti, agenti fisici e chimici, pericolosità naturale, pollini e certificazioni ambientali, biodiversità, clima, inquinamento atmosferico, qualità delle acque interne, mare e ambiente costiero. L’analisi del territorio e del contesto ambientale è alquanto allarmante poichè gli eventi franosi sono in crescita, il patrimonio culturale presenta notevole rischio sismico ed il consumo di suolo è fortemente aumentato. E’ emerso che oltre il 66% delle frane censite in Europa è presente sul territorio del Paese: infatti oltre 600.000 situazioni di degrado interessano proprio l’Italia su quasi 900.000 frane censite nel territorio europeo. Sono state 12 le vittime di eventi franosi, nel 2015. Notevoli anche le concause di calamità alluvionali. In Europa l’Italia è prima in elenco per la perdita di suolo causata da erosione idrica, con oltre 8 tonnellate/ettaro per anno, mentre la media europea è di 2,5. Nel novembre 2016, dei 1.053 corpi idrici identificati, il 59% ricade in classe “buono”, sia per lo stato chimico sia per lo stato quantitativo. Per lo stato qualitativo delle acque costiere di balneazione italiane, che rappresentano il 33% di quelle monitorate in Europa, il 90% risulta eccellente e il 4,8% buona. Nel Paese, il 64,3% della popolazione è esposta a livelli di rumore da traffico superiori a 50 dB(A); nel periodo notturno, può subire livelli superiori alla soglia di raccomandazione dell’OMS a tutela della salute pubblica. Va osservato che l’Annuario valuta i dati del 2015, ma siamo consci che essi saranno alterati tra un anno, alla luce dei numerosi terremoti verificatisi nel 2016. I sismi, lo scorso anno, hanno registrato ben 1.963 eventi, di cui solo due di magnitudo pari a 4,7 e 4,5, con epicentri oltre 200 km. La Calabria tirrenica, la Sicilia orientale, la catena appenninica Centro-meridionale e il Friuli Venezia Giulia sono risultate aree critiche, per la presenza di faglie, con presenza di rotture o deformazioni significative in superficie. Anche il patrimonio culturale è a rischio; sono ben 10.297 i beni (pari al 5,4% del totale) situati in comuni classificati in “Zona sismica 1”, cioè potenzialmente suscettibili di essere colpiti da importanti sismi. Il 16% dei Siti UNESCO italiani è ubicato in territori a bassa sismicità, mentre il 28% presenta aree ad elevata sismicità. Il patrimonio culturale italiano presenta anche minaccia di pericolosità vulcanica: i beni situati in aree sensibili risultano 3.064 (1,6% del totale); nel 2015, il solo Etna è stato interessato da tre eventi di forte attenzione. Anche per il 2016, l’Annuario è una straordinaria raccolta di informazioni e di indici dello stato dell’ambiente nel nostro Paese. Tale conoscenza è un servizio insostituibile per l’Italia perché i dati analizzano un territorio comunque dotato di bellezza unica al mondo, densamente popolato e industrializzato e ricco di paesaggi caratteristici.

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