OPINIONI. Virginia, figlia di un dio minore

di FRANCESCO GRECO - Ma Virginia Raggi è figlia di un dio minore? A dar credito alla violenta, “chirurgica” aggressione mediatico-giudiziaria in progress dal giugno 2016, quando vinse il ballottaggio con Roberto Giachetti (Pd), si direbbe che è l’opzione più verosimile.

Pare una “crociata” di natura corporativa, nel senso che chi ha il potere – i partiti e le lobby in comunione di interessi - non si rassegna al fatto che potrebbe anche perderlo. E di stampo reazionario, controrivoluzionario, si sarebbe detto un tempo.
 
In un’Italia fintatonta in cui tutti tengono famiglia, “dì che ti mando io” e tutti raccomandano tutti e tutti corrompono tutti, Raffaele Marra avrebbe intrigato per una promozione al fratello Renato. E’ stato arrestato per faccende di case risalenti a qualche anno fa, quando la Raggi non faceva politica. E’ stato fatto cavaliere dal presidente emerito Giorgio Napolitano, ma il take è stato minimizzato, nascosto nelle pagine.

Quand’è che Marra è caduto in disgrazia? Perché è accaduto? Se nulla accade per caso, sarebbe curioso stabilire quando gli astri gli sono diventati sfavorevoli.
 
Come sarebbe divertente notare come il format che ha funzionato con i sindaci precedenti la Raggi (lo spoil-system) oggi non sia più considerato trendy. Appena eletto, un primo cittadino chiama i suoi collaboratori di fiducia. Deve farlo, circondarsi di persone di fiducia, che condividono il suo progetto politico, il programma, uno straccio di “visione”. Specie oggi che l’elezione è diretta, che fai, ti metti in casa un cavallo di Troia?

Chiamarono “ad personam” i sindaci di sinistra Veltroni, Rutelli, Marino e prima ancora (prima repubblica, col proporzionale) Vetere, Argan, Petroselli, Carraro, ecc. Panem et circenses. La Raggi si è ritrovata al Comune i Marra, ma non può coinvolgerli in alcuna responsabilità. Anomalia tutta italiana. Trump non sta mettendo ai posti di comando i suoi uomini fidati? E se Paola Muraro è un’autorità nel settore dei rifiuti, perché non doveva chiamarla, per affidarsi a un raccomandato che combina guai?

Se la restaurazione ha molte facce, questa è la più volgare e stupida. L’aggressione non è una novità. Era già cominciata per una piccola collaborazione della Virginia all’Asl di Civitavecchia. C’è chi vive di ideologia annunciando rivoluzioni sempre abortite, e chi deve alzarsi alle 5 del mattino, pigiarsi nella metro con la bocca amara e portare il pane a casa almeno per le bollette.
Poi i moralisti da bar sport hanno opinato sul fatto che faceva pratica nello studio legale di un conoscente di Cesare Previti (che ha detto più volte di essere solo un professionista sul mercato, senza tessere di partito), come se fosse un’infamia e non si andasse a lavorare dove capita, specie con questi chiari di luna.

Poi sul fatto che la Raggi non poteva candidarsi perché aveva firmato un codice etico con il M5S (faccende private, cavoli suoi, lo ha detto anche il magistrato). Altra bolla di sapone.

Poi uno scoop a posteriori ha annunciato l’arrivo probabile di un avviso di garanzia a Natale, arrivato con un mese di ritardo (le poste private non sono più quelle di una volta).

Poi la malastampa, che canta le gesta della malapolitica, in perfetta simbiosi d’intenti (e di interessi), con altri scoop (e autointerviste) ha assicurato che presto ci sarà un “rito abbreviato”. Non si capisce bene di quali reati la Raggi è accusata e comunque non ha chiesto nulla.
 
A colmare una misura già colma, il postfascista Maurizio Gasparri in veste di Catone censore dice che chi governa oggi la Città Eterna è “inadeguato”. Dall’Esquilino a Torbellamonaca, a Roma anche i sanpietrini sanno che il camerata Gianni Alemanno da sindaco svuotò le sezioni del Msi da Acca Larentia a Sommacampagna dove campeggiano il cranio del Duce e la svastica di Hitler per assumere i nazi e i fasci negli uffici dell’Atac (che aveva bisogno di autisti), affossandola.

A pensar male si fa peccato ma, come direbbe Andreotti, si indovina sempre. C’è un pregiudizio grande come la montagna sacra di Jodorowskj contro la Raggi eletta da circa 800mila romani. Il pregiudizio è un sentimento squallido, perciò da combattere. E’ bene che se ne prenda atto prima che arrivi il plotone d’esecuzione.

E allora, cosa può fare la povera Virginia figlia di un dio minore per fermare il fango? A’ la guerre comme à la guerre: vada in archivio e tiri fuori tutti i nomi di quelli chiamati, nei decenni scorsi, da Veltroni, Rutelli, Alemanno, Marino, ecc. per lavorare nelle loro giunte (e che hanno lasciato una zavorra di 13 mld). Nel silenzio complice di chi oggi fa scoop preventivi. E li dia all’Ansa.

Magari veda anche chi c’è dietro le “partecipate”. Può darsi che sono tutti da Nobel, gigli di campo odorosi di poesia, cavalieri senza macchia e senza paura, Parsifal dal petto sfolgorante di virtù. Ma se così non fosse? Forse è tutto prescritto, ma anche nella cacca che si rovescia addosso alla gente ci vorrebbe un pò di par condicio, il minimo sindacale.   

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