LIBRI. ‘Il sangue è calce’ di Angelo Di Summa: 108 haiku con prefazione di Joseph Tusiani

di GRAZIA STELLA ELIA - Non è l’haiku il genere di poesia con cui mi esprimo, né quello di mia lettura preferita. Ciò non toglie, però, che mi accinga a leggere, con attenta curiosità, questa silloge di 108 haiku di Angelo Di Summa, “Il sangue è calce” (Edizioni dal Sud), che stimo quale poeta e scrittore serio, dalla lunga militanza.

Scorro le prime pagine e mi rendo conto che le composizioni poetiche, nella loro magica sintesi di tre versi per diciassette sillabe, sono davvero molto accattivanti, caratterizzate come sono da un lampo di poesia e da un tocco di finale saggezza. Ecco, a pagina 20: “Maggio riscatta / castità di ciliegi. / Eros folleggia, dove è bellissimo il candore dei ciliegi di maggio espresso con il sostantivo ‘castità’.”
Che Eros folleggi nel mese di maggio mi pare una verità inconfutabile.

Nel seguente haiku: "Voli di merli / frammentano le nubi. / Malinconie.” trovo molto espressivo quel “frammentare” effettuato dai merli sulle nuvole e suggestiva la parola “malinconia” usata al plurale e seguita dal punto fermo. E ancora: “Campi di marzo. / Ha voglia di cantare / la primavera.” Magnifico haiku nella semplicità delle parole e delle immagini. A pagina 25 “valve fossili” viste “come graffiti” con una incredibile forza narratrice capace di raccontare vicende “di padri”. Subito dopo un meraviglioso “ulivo”, in un silenzio senza “altre voci” sta cantilenando all’affacciarsi di una “luna nuova”.

È un godimento dello spirito continuare a leggere, uno dopo l’altro, come le ciliegie, questi haiku, in cui, come dice il prefatore a pagina 9, “manca del tutto l’atmosfera nipponica che possa renderli familiari e cari ad orecchio orientale. Ci si trova subito nella nostra Puglia piana, nell’ “Apulia siticulosa” di Orazio”.  È, infatti, tutta pugliese, tutta nostrana la Natura che ispira il poeta Angelo Di Summa. Qui animali, alberi, fiori, foglie e persino uno stelo e la sete si animano nella scrittura concisa del poeta, che in ogni stagione osserva e canta le stupende metamorfosi della propria terra. A pagina 31 si legge: “Come soffione. / Il verso della gazza / vaga leggero.” Un’immagine che suscita vibrazioni nella sua leggerezza. Straordinario, “il colore del maggio” che “tocca finestre”. E che dire di un “melo” che “si scuote” al solo sguardo della “primavera” che “s’affaccia / dietro la siepe”?

Leggo, a pagina 46, l’haiku lapidario e denso, sul quale ha appuntato il suo azzurro sguardo il prefatore Joseph Tusiani: "Mostra la sete / la terra di controra. / Solo fantasmi.” Forte e verace immagine della nostra Puglia sotto il sole incandescente dell’estate. Bella l’immagine della “sete del castagno” che, a mo’ di preghiera, invoca “la pioggia” (pag. 52). Quest’altro sì che va riportato: “Ondeggia il coro / delle messi. Sovrano / l’albatro chiama.”  Colpisce il primo verso, sonoro e movimentato. Splendide le messi nel canto corale, mentre l’albatro fa sentire il suo verso di richiamo.

Ci si stupisce nel vedere incastonate, nel breve spazio di tre versi, immagini e suoni che rimangono impressi. Intanto si va avanti nella lettura gustando, uno dopo l’altro, i numerosi quadretti tanto piccoli, quanto intensi. A pagina 81 un prato settembrino si fa suonatore di violini, mentre si fa perla, nella pagina successiva, una goccia di pioggia che “indugia sul meriggio”.

Molto bello l’haiku: “Fuma la zolla. / Il fiato della terra / chiede preghiere”, dove la terra madre è, come tutte le madri, bisognosa di preghiere. Ed ecco la nudità dei campi nella crudezza invernale: “All’insaputa / del tralcio sbigottito / trionfa inverno.” Si giunge a pagina 119, dove il poeta così invoca il sonno: “Prendimi, sonno. / La veglia non s’addice. / Breve è la notte.” Con l’inverno arriva “L’ultima neve “dalle “vergini corolle / per nuove icone” e la silloge si chiude con le “nenie di pioggia” che “raccontano leggende. / Senza esegesi”.

Termina così questa piacevole lettura poetica, scandita in quattro sezioni corrispondenti alle quattro stagioni. Ne riporto una felice impressione ed esorto tutti a leggere questi 108 haiku ricchi di suggestioni, con il loro andamento lirico, sottolineato già dal poeta italo americano Joseph Tusiani, che firma la prefazione.

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