La Giustizia tributaria democraticamente al servizio dei cittadini

di VITTORIO POLITO - Sabato 18 marzo 2017, nel magnifico Salone degli Affreschi dell’Università di Bari, si terrà la consueta cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario Tributario Regionale. Quest’anno vi è la relazione di un nuovo Presidente, il dr. Francesco Lorusso, che nell’introduzione precisa: “Per me questa manifestazione rappresenta la prima ed ultima occasione per presiederla, poiché cesserò dalla funzione di giudice tributario, per limiti di età, nel prossimo mese di ottobre”. Vorrei fare delle considerazioni a bassa voce, ma non aspiro a ‘ferire’ la suscettibilità di nessuno e lascio al lettore la facoltà di interpretare quello che può essere un vantaggio o un handicap, a seconda dei punti di vista: tutti leciti ed opinabili (Perfino un allenatore di calcio chiede più tempo per forgiare una squadra omogenea).

Trovo istruttivo e altamente significativo che la manifestazione venga celebrata nell’Università quasi a sancire una collaborazione fra giovani che mirano a costruirsi un futuro e il mondo dei tributi che sarà loro compagno per tutta la vita, in modo da smentire quel vecchio proverbio che recita “per le tasse e per la morte tutti abbiam le gambe corte”.  Il futuro del mondo penso sia legato al giusto tributo ed alla giustizia tributaria. Per motivi di impegni concomitanti non potrò esserci e mi dispiace perché sarei ansioso di partecipare, contribuire e relazionare ai miei lettori l’andamento del dibattito. Si tratta senz’altro di una meritevole iniziativa, tesa a far capire a Noi che le ‘imposte’ (a prescindere dal nome e dalla sua radice) sono un atto di grande democrazia e civiltà. Lo dice un dipendente dello Stato, ora in pensione, che nel suo piccolo si onora di essere stato un onesto pagatore.

Ho letto nella relazione che anche, per l’anno passato in esame, vi sono stati tanti interventi normativi che, oltre a tutelare lo Stato, sono serviti a rendere meno litigioso il contenzioso tributario.

Con enorme soddisfazione ho letto della legge 225 del dicembre 2016 che contempla la soppressione di Equitalia e il differente modo di riscuotere e magari procedere (Per lo Stato non è meglio incassare meno ed evitare di non recuperare niente perché ‘fallito’ il contribuente?  Nessuna pietà per coloro che aprono società estere per fregare il fisco e vivono tranquillamente in Italia… pur risiedendo all’estero).

La relazione di quest’anno può anche essere letta dai non addetti ai lavori tanto è chiara ed efficace, la qual cosa va a tutto merito del Presidente Lorusso e dei suoi collaboratori.

Una non piccola segnalazione non sono riuscito a giudicare ed interpretare nell’inciso in cui recita: “Non si può d’altronde non segnalare un’altra diminuzione cui si è assistito nel deposito delle sentenze, in ragione di 3.256 pronunce in meno, rispetto al passato”. Sono di meno perché si è lavorato meno, vi sono sentenze più complesse o è diminuito il carico di lavoro.  Probabilmente, appena possibile, dovrò rileggere con più calma e attenzione il tutto.

Apprendiamo, inoltre, che da tempo, presso la Camera dei Deputati, giace una proposta di legge presentata da alcuni parlamentari per sopprimere le Commissioni tributarie e trasferirne le competenze a sezioni specializzate dei Tribunali e Corti di appello, con relativo trasferimento del personale. Una volta tanto i nostri parlamentari possiamo giustificarli per un ritardo ‘elogiativo’: non è solo una mia impressione che attuare questa proposta significherebbe affossare la giustizia tributaria. Mi sembra proprio il caso di dire: meditate parlamentari prima di agire, magari facendovi una provvista di ’giudizio’… tanto per restare in argomento.

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