LA RECENSIONE. Tutto quello che vuoi

di FREDERIC PASCALI - L’invenzione dei giovani è una categoria di passaggio tra l’epoca dell’indistinto e quella della consapevolezza. Un percorso storico protrattosi per decenni che Francesco Bruni, sceneggiatore di valore assoluto alla sua terza prova di regia, sintetizza in maniera mirabile in una pellicola dai contorni delicati e dallo sguardo profondamente umano, senza enfasi o iperboli fatue.

La storia si arrampica gradualmente, accompagnata da versi rari e dalla forza della poesia, collante del mondo e in grado di lenire ogni dolore. Così l’ottuagenario Giorgio, minato dall’Alzheimer, uomo di lettere, poeta, memoria di una guerra senza eroi, incontra Alessandro, un irrequieto trasteverino ventiduenne, suo badante alla ricerca di una strada di cui la vita gli ha già mostrato pendenze e arsure. Ognuno di loro è portatore di un’umanità apparentemente diversa ma in realtà pronta a fondersi e a scambiarsi i ruoli. Attorno a loro si muove una comunità di affetti reclusi che li segue e si rivela denunciando la volontà sincera di raccontarsi, di dirsi tutto senza maschere e senza rimpianti.

“Tutto quello che vuoi” rievoca il passato fulgido di un certo tipo di commedia italiana anticipatrice del dramedy americano che ne “Il Federale” di Luciano Salce ebbe uno dei suoi apici.
Bruni sceneggia una via verso la felicità lastricando il percorso narrativo con la costruzione ottimale per farvi destinazione. Baumann certificava il pericolo di una società ammorbata dal castello di carta del “desiderio per il desiderio” ed è da lì che comincia il viaggio dei giovani protagonisti di questo racconto fino all’apertura verso l’altro, chiunque esso sia, riservandosi la possibilità di risolvere problemi, di svolgere vite,di riconoscere la gioia.

Merita un plauso l’intero cast, da Donatella Finocchiaro ad Antonio Gerardi, da Emanuele Propizio ad Arturo Bruni, con una citazione speciale per Giuliano Montaldo, “Giorgio”, che torna alle sue origini e fornisce una formidabile prova d’attore, e per il protagonista Andrea Carpenzano, “Alessandro”, la grande rivelazione di “Tutto quello che vuoi” e il potenziale nuovo enfant prodige del cinema italiano. 

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