L’edilizia privata rialza la testa in Puglia: nel 2016 +16,7% le compravendite di abitazioni e + 17,3% i nuovi mutui

BARI – Rialza la testa l’edilizia privata in Puglia nel 2016; rispetto al 2015 sono cresciute, infatti, del 16,7% le compravendite immobiliari a uso abitativo (pari a 31.651) e del 17,3% i nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, pari a 2,454 miliardi di euro. (fonte: elaborazioni Ance su dati Agenzia delle Entrate e Banca d’Italia). La Puglia, in particolare, è la regione del Mezzogiorno che ha segnato la migliore performance in termini di compravendite di abitazioni, seguita da Campania (+15,5% sul 2015) Basilicata (+ 13,2%) e Sicilia (+12,4%). Le province pugliesi più vivaci quelle di Lecce (+19,3%) e Brindisi (+18,7%).

«L’edilizia privata nel 2016 ha accentuato la ripresa già avviata nel 2015 - commenta il presidente di Ance Puglia Gerardo Biancofiore – ma questo non è bastato a far incrementare l’occupazione nell’intero settore. È evidente che il crollo dei bandi pubblici a seguito dell’adozione del nuovo Codice degli appalti e i ritardi con i quali si stanno avviando progettualità, gare e cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, pur finanziate, non stanno aiutando il settore a uscire da una crisi che ha fatto perdere dal 2008 in Puglia quasi 3.000 imprese e oltre 45.000 occupati».

L’occupazione, difatti, nel 2016 è rimasta stabile con quasi 80.000 addetti ma con dinamiche difformi a livello provinciale: al picco registrato nel tarantino (+54%) fanno da contraltare i cali nelle province di Lecce (-12,3%), BAT (-8,7%) e Foggia (-5,6%).

«Per ridare davvero fiato alle imprese e all’occupazione – aggiunge Biancofiore - bisogna puntare concretamente sulla riqualificazione delle nostre città attraverso un’edilizia privata di qualità e, soprattutto, concretizzare gli investimenti nelle opere pubbliche: dal Patto per la Puglia ai Programmi regionali, dai piani anti-dissesto idrogeologico a quelli sull’edilizia scolastica sono disponibili decine di miliardi di euro che fanno fatica a trasformarsi in cantieri per l’eccesso di burocrazia o per le complicazioni legate all’eccessiva discrezionalità delle stazioni appaltanti in sede di gara; su questo Ance auspica che le gare fino a due milioni di euro siano aggiudicate col taglio delle ali e il metodo anti-turbativa previsto dal nuovo Codice. Insieme ai sindacati regionali, coi quali abbiamo siglato l’accordo sull’applicazione delle trasferte delle imprese in Puglia, chiediamo lo snellimento degli iter burocratici e una nuova legge regionale sulla congruità».

L’accordo sull’applicazione delle trasferte, al termine di un confronto durato tre anni, prevede che le imprese di costruzioni pugliesi possano denunciare alla Cassa edile della provincia di provenienza le informazioni relative ai cantieri aperti in altre province della regione. L’accordo è stato siglato dai rappresentanti regionali e provinciali di Ance, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Secondo il presidente Ance Puglia Biancofiore «oltre che un’importante semplificazione burocratica l’accordo favorirà la regolarità contributiva nei cantieri edili in Puglia e la riduzione del lavoro nero».

Per Salvatore Bevilacqua, segretario Feneal Uil Puglia, «l’accordo consentirà finalmente ai lavoratori in trasferta di maturare diritti e prestazioni finora non riconosciuti; l’auspicio è che si tratti di un primo passo verso l’armonizzazione di paghe, contributi e prestazioni extracontrattuali per addivenire a un contratto unico per tutti i lavoratori pugliesi del settore». Secondo Crescenzio Gallo, segretario Filca Cisl Puglia, «una Puglia che presenti un’armonizzazione del sistema bilaterale per quanto riguarda trasferte, contribuzione e servizi alle imprese e ai lavoratori può portare a un abbattimento dei costi per le imprese riconducendo nel settore quelle che adesso utilizzano altri contratti». Per Silvano Penna, segretario Fillea Cgil Puglia «attraverso la puntuale ricognizione delle ore lavorate in tutta la Puglia e il maggiore controllo della regolarità contributiva sui cantieri, si favorirà l’operato delle imprese regolari mettendo all’angolo quelle che non lo sono».

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