Agricoltura, allarme siccità, M5S: "Contrastare lo sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche"

BARI - “Non possiamo più sottovalutare la crisi idrica che ogni anno nei mesi più siccitosi investe la nostra Regione. Il problema per la  Puglia non si deve ridurre solo agli invasi, ma va attribuito anche allo sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche esistenti, che provoca un impoverimento qualitativo e quantitativo delle stesse”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili in merito all’allarme siccità nelle campagne pugliesi.

“Se da un lato infatti risulta predominante nel comparto potabile la provenienza extraregionale delle acque utilizzate, dall’altro gli usi agricoli sono soddisfatti all’80% dalle risorse regionali, rappresentate sostanzialmente dalle acque sotterranee che sono in forte stress idrico. L’eccesso del prelievo di acqua - continua il vicepresidente della Commissione Ambiente - si traduce in un generalizzato deterioramento degli acquiferi, specie per contaminazione salina che espone i nostri terreni ad ulteriore fenomeni di desertificazione. A questo si aggiunge una estesa impermeabilizzazione di suoli, che non permette alle nostre falde di ricaricarsi nei periodi più piovosi”.

Migliaia secondo il consigliere pentastellato i pozzi mai censiti nelle campagne pugliesi con cui vengono prelevate abusivamente risorse idriche sotterranee.

“Una situazione che va affrontata urgentemente ed in modo sistemico - incalza Casili - occorre un intervento che preveda sia una capillare ricognizione dello stato di fatto, che l’individuazione di risorse sostitutive e il ricorso a colture meno idroesigenti. Certamente - spiega il pentastellato - il ricorso al riutilizzo dei reflui, che fino ad oggi sconta forti ritardi con i depuratori, diventerà fonte alternativa importante per la Puglia, se pensiamo che ogni anno per 100 mila abitanti sversiamo in mare 7 milioni di mc di acqua. È evidente che se oggi la principale fonte irrigua per la nostra agricoltura è l’acqua di falda, occorre un cambio repentino di rotta, perché quell’acqua non è illimitata e a fronte delle problematiche riscontrate negli ultimi anni rischiamo di restare veramente a secco o di salinizzare irreversibilmente le acque di falda rendendole inservibili per la nostra agricoltura con un danno epocale. Oggi  nel settore agricolo vi è ancora poca consapevolezza su questa problematica, occorre puntare all’innovazione nelle tecniche di irrigazione, alla disponibilità di specie vegetali produttive a bassa idroesigenza e di tecniche di aridocoltura. Chi oggi propina una olivicoltura superintensiva o sistemi colturali fortemente energivori e idroesigenti - conclude - non sta facendo i conti con la penuria d’acqua sempre crescente”.

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