Agguato armato a boss del foggiano. Uccisi anche testimoni


FOGGIA - Sono quattro le vittime dell'agguato che stamane è stato consumato nella ex stazione di San Marco in Lamis. Le vittime, a bordo di un Maggiolone, avevano precedenti penali. In particolare, obiettivo dell'attacco è stato il boss locale, freddato insieme al cognato che guidava l'auto.
Coinvolti nell'omicidio anche due contadini, appositamente inseguiti e assassinati per aver assistito all'uccisione e quindi possibili testimoni del fatto.

Secondo una prima ricostruzione effettuata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, l'auto con i sicari avrebbe aperto il fuoco contro le due vetture, esplodendo colpi da un Kalashnikov AK-47 e da un fucile da caccia calibro 12.

"Quello che è accaduto questa mattina a San Marco in Lamis è un fatto gravissimo. Ancor più doloroso se fosse confermato che a perdere la vita sono state anche due persone innocenti, barbaramente inseguite e uccise solo perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono in contatto con il Comandante della Legione Carabinieri Puglia, Gianni Cataldo, per avere aggiornamenti. Di fronte a un delitto così brutale, la Regione Puglia è pronta a reagire con ogni mezzo contro la mafia, al fianco della magistratura e delle forze dell'ordine, costituendosi parte civile nel processo che verrà, facendo ogni sforzo per contrastare e debellare fenomeni criminali che nella nostra terra non possono avere diritto di cittadinanza". È quanto dichiarato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con riferimento all'agguato di San Marco in Lamis. Emiliano parteciperà domani al Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

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