INTERVISTA. Simone Barotti colora l'estate con il nuovo singolo 'Nel disordine che c'è'

BARI - Intervista al cantante romano Simone Barotti.

Come nasce 'Nel disordine che c'è?
Mi piaceva l'idea di utilizzare la parola "Disordine" che fa proprio parte di me per tantissimi motivi. Ma ne ho una considerazione positiva. Dal disordine spesso nascono tantissime cose interessanti. Il brano racconta invece la storia di una coppia dove uno dei due approfitta dei punti deboli dell'altro cadendo, come spesso accade, nell'incomprensione più totale.

Nella tua vita ci sono stati dei disordini 'in amore' che hai sistemato? 
L'amore è il disordine per antonomasia. Ma non ho sistemato nulla. Ho preferito imparare a gestirlo ed a conviverci.

Com'è cambiato il tuo modo di fare musica nel corso degli anni? 
Ho molta più voglia di sperimentare. Prima ero molto legato ad un genere. Adesso no. Credo che in ognuno di noi ci possa essere il bisogno di ascoltare sia rock che musica classica in momenti diversi della vita. Così per me che oltre ad ascoltarla la musica sto provando a farla. Pazienza se qualcuno inizia a dire ,ascoltando il nuovo singolo, che sto "cercando la mia identità musicale". In realtà l'ho trovata! È proprio questa!

E' difficile fare l'artista in Italia? 
L'artista non lo so. Non credo che "si faccia". Gli artisti nascono con alcune imprevedibili caratteristiche che aldilà del riscontro e del risultato finale delle loro produzioni, li colorano per tutta la vita. Non mi reputo un artista. Sono un artigiano della musica e della parola. Ecco, fare gli "artigiani " non è facile.

Ad ottobre arriverà il tuo nuovo disco. Cosa ci puoi anticipare? 
Il disco avrà cinque brani. Uno è " Nel disordine che c'e" che sto promuovendo in questo periodo. Sono felice di aver scritto cose molto diverse tra loro e come ti dicevo ho sperimentato di più . C'è un po' di elettronica e stavolta ho affrontato anche tematiche più leggere. C'è anche un brano dedicato al mio inseparabile amico a quattro zampe Dario.

Sogni un grande duetto?  
Anche da molto piccolo ascoltavo cose molto diverse. Sono cresciuto con Bjork ma ero anche rapito dalla splendida voce di Mietta. Crescendo c'è stato un lunghissimo periodo in cui il cantautorato romano era sempre nelle mie cuffie. Fabi, Silvestri e Gazze' in primis. Ecco, va benissimo uno tra tutti 
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