Ilva, 'Genitori tarantini' scrivono a Ministro De Vincenti: "Offensivo su piano Arcelor Mittal, si dimetta"

TARANTO - Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dei 'Genitori tarantini' indirizzata al Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.

Dottor Claudio De Vincenti, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno,
le sue affermazioni sul piano ambientale presentato dalla cordata Arcelor Mittal Marcegaglia per l’Ilva (“… è il più avanzato al mondo.”) non solo offende ancora una volta la comunità tarantina, ma sembra voler deridere, ridimensionare, addirittura annullare le osservazioni del tutto negative di Enti civici, Arpa Puglia, Ordini professionali, Sindacati, Associazioni, Rappresentanze politiche.
Lei, noto in tempi non così lontani per la sua “sensibilità”, per la sua “attenzione alla salute pubblica”, sembra affannosamente impegnato, alla pari dei suoi predecessori, a garantire il funzionamento di un’industria altamente nociva per la stessa salute pubblica, conducendo i tarantini tutti verso il baratro, pronto ad assestare il definitivo spintone che li faccia precipitare, risolvendo i problemi più grossi di questa nazione.
Non le interessa la conta dei malati, dei morti; non le interessano le percentuali di disoccupazione galoppanti, no. Come Ministro del Mezzogiorno vuole forse interessarsi del Mezzogiorno? Non esiste! Non in Italia.
“Il piano ambientale presentato dalla cordata Arcelor Mittal Marcegaglia per l’Ilva è il più avanzato al mondo.” Crediamo sia un nostro diritto ascoltare le sue argomentazioni. Venga, quindi, a Taranto, venga a spiegare ai tarantini, punto per punto, perché ritiene tale questo piano ambientale. Venga a farlo all’aperto, nel quartiere Tamburi, magari durante un Wind day. La ascolteremo con le orecchie aperte e le mascherine per proteggere le vie respiratorie. Oppure, venga a parlarne nel Cimitero monumentale “San Brunone”, tra i marmi una volta bianchi ed ora rossi di polvere di ferro, tra i campi contaminati dalla diossina, nell’assoluto disprezzo dei nostri morti da parte di una fabbrica e uno Stato indifferenti alle sofferenze di un’intera provincia.
Il suo curriculum parla di pubblicazioni tutte mirate all’economia. Economia. Economia. Economia. Una parola che sembra racchiudere tutto, a che non dice niente. Per esempio, quale economia si regge su malattie e morti?
Tuttavia, vorremmo prendere il buono che intravvediamo nella sua affermazione.
Se il piano presentato dalla cordata Arcelor Mittal Marcegaglia (“… il più avanzato al mondo.”) è così aspramente criticato da tutti gli attori chiamati a valutarlo, due sono le strade che lei può percorrere.
Come buon ministro, può definitivamente affermare che la strada giusta porta alla chiusura dell’industria e al ricollocamento del personale impiegato, ricevendo il plauso del popolo sovrano; al contrario, può infischiarsene e continuare sulla strada della strage di connazionali, dell’impoverimento di parte del territorio italiano, del futuro negato. In questo caso, parafrasando le sue parole, lei potrebbe apparire come il peggior ministro del mondo e per questa ragione pretenderemmo le sue scuse e le sue dimissioni.

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