Noemi, l'accusa: fidanzato ha agito con crudeltà e premeditazione

LECCE - Un omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà dai futili motivi. Lo contesta la Procura dei minorenni di Lecce al fidanzato di Noemi Durini, reo confesso dell'omicidio della ragazzina sedicenne di Specchia, nel decreto di fermo emesso nei suoi confronti.

Non si tratterebbe, quindi, di un omicidio d'impeto, come sostenuto dal ragazzo, ma un atto pianificato e studiato. Il giovane, si legge nel decreto di fermo che è stato in parte anticipato da alcuni quotidiani, "cagionava la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l'uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà".

Ieri il presunto omicida si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. Il giovane poi, attraverso il suo curatore speciale, nominato dal Tribunale per i minorenni, avvocato Maurilio Marangio, ha chiesto di poter essere trasferito in una struttura dove possa continuare gli studi. 

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