Renzi a Lecce: "Il candidato premier sono io"

di FRANCESCO GRECO. LECCE – Sfotte Salvini: “Ha detto che starebbe bene nella Corea del Nord? Allora aiutiamolo a casa sua…”. Vetriolo  su Grillo: “Di Maio candidato premier? Non è detto, la lotta è all’ultimo voto”. Cogliona D’Alema: “Certa sinistra ha promesso cose che non ha mai fatto…”. Demolisce il pensiero di Latouche: “La decrescita felice? E’ per chi ha i soldi”.

Dal vangelo secondo Matteo. Scravattato, istrionico, sferzante, un po’ sovrappeso. Renzi-tour fa tappa a Lecce, fra i ruderi del Teatro Romano, nella sera mediterranea odorosa di sale e di mirto. Presenta “Avanti” e a sentirlo sono accorse 500 persone. Siede fra Teresa Bellanova e Dario Stefano (in stand-bye per il listino). Intervista (al bromuro) di Paola Moscardino (La7). Master della banalità.

Uomo “felice, fortunato, forte”, nonostante nessun vitalizio, indennità, immunità parlamentare. Sa di suscitare sentimenti cool, e propone: “E se sostituissimo l’invidia con l’ammirazione?”. Disposto all’autocritica: “Abbiamo criminalizzato intere categorie di lavoratori”.  

Storytelling dejà-vù: 80 euro, tasse abbassate, il 41% alle Europee 2014, la 14ma, il Pil che aumenta, il Jobs Act “ha funzionato, 118 mila nuovi posti di lavoro (poi lievitati a “200mila in 3 anni”), disoccupazione giovanile scesa dal 44% al 35%, canone Rai in bolletta, bonus-bebè, bonus ai 18enni, la “Dopo di noi”, sulle unioni civili, sul caporalato, ecc. “Tutte cose di sinistra…”, sorride. Applausi.
 
Svela retroscena (che sono nel libro Feltrinelli): su Letta 2014 (“la ricostruzione di Stai sereno è sbagliata”), il Nazareno (“l’ha voluto Berlusconi dopo una telefonata con D’Alema, fatti mai smentiti… Ma B. non lo ha rispettato”), elogia i suoi uomini, Gentiloni su tutti (“Lo volli agli Esteri, sono orgoglioso di lui… Siamo una bella squadra”). Mette in guardia dalle fake-news, fa un elenco, ne siamo immersi. L’impressione è che non scaldi i cuori, non folgori le menti.
 
Poi, alla magnifiche sorti e progressive, delinea ipotesi di futuro (“Bellezza e capacità personali“, “Sono un inguaribile ottimista”, vede “un popolo che si rimette in cammino”, “abbiamo le carte in regola per uscire dalla crisi, andare in Europa “a gomiti larghi, farci dare 40 mld per le famiglie e per chi crea lavoro”), nicchia sul ritorno, via Rosatellum 2.0, in discussione (salvo imboscate), il Nazareno II, conferma di candidarsi a premier nel 2018 citando  Luigi XIV: “Il candidato sono io, mi ha scelto il popolo”. E la “concorrenza” di Gentiloni, Minniti, Delrio? Sorride, come a dire: Siamo seri…
 
(credits: A.Biasco)
Il Renzi-pensiero a tutto campo, come un cavaliere medievale, in una sera dolce, di fine estate, incantato da Lecce (“Abbiamo avuto tanto dai nostri padri e dalla natura”), contestato dai No-Tap (“Non attardiamoci su battaglie di retroguardia, abbiamo ritardi per cui l’energia costa di più, per cui l’opera è fondamentale per l’approvvigionamento energetico, al di là da dove approderà...”, apre). Gli risponde un attivista: “Sono laureato in Economia, faccio l’imbianchino per necessità”), nessuna parola sulle trivelle in arrivo al largo di Leuca, star del turismo planetario: la Moscardino tiene famiglia, ignora il tema ambiente, su cui pure il segretario Pd pensa a “interventi”, presenti nel concept del prossimo governo.    

DOMANDA: Torna perché ha dei conti in sospeso?
RISPOSTA: “Assolutamente no. Ho governato per mille giorni e sono uscito con un senso di gratitudine. La politica è fatti ed emozioni”.

D. Banche: avete regalato un po’ di soldi ai banchieri…
R. “Abbiamo salvato i correntisti, anche della 121, banca che qui a Lecce conoscete bene…”.

D. Come evolverà la questione Consip? 
R. “Aspetto di sapere chi ha falsificato i verbali”.

D. Referendum dicembre 2016: una lezione da trarre?  
R. “Ho preso una tramvata in faccia, anche per errori miei: è stata bocciata l’innovazione istituzionale. Davanti alle sconfitte, un leader si assume le sue responsabilità. Ma di referendum non parlerò per i prossimi 73 anni”.

D. Il Rei è una citazione del reddito di cittadinanza del M5S?
R. “Ma no, il reddito di inserimento è ben altro, perché la Costituzione è fondata sul lavoro, non sul sussidio”.

D. Per la legge elettorale finalmente è la volta buona? 
R. “Se son rose fioriranno…”.

D. Cosa vede all’orizzonte della sinistra e del Paese?
R. “Abbiamo fatto tante cose, ma le più belle sono ancora da fare. Smettiamo di litigare su tutto e guardiamo a quel che ci unisce. Fuori dalla sinistra c’è solo Grillo, o Salvini…”.
 
Game over, leccesi in fila per i selfie. Il circo leva le tende, il tour continua: the show must go on…

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