Fake news forever

di ALFREDO DE GIUSEPPE - C’è, in questo momento storico, un gran dibattito intorno alle fak news, a chi le costruisce, le diffonde, a chi le assimila, a chi le combatte. Poche settimane fa, il 18 settembre, è morto Paul Horner, il “re” delle fake news, colui che affermava di essere il vero artefice della vittoria di Donald Trump.

Horner aveva diffuso prima la notizia che ci fossero prove certe sull’omosessualità di Obama, poi che lo stesso presidente avesse tenuto nascosto di essere un musulmano radicale. E dello stesso tenore furono costruite notizie sui Clinton e i loro collaboratori.
 
Le sue bufale, per quanto palesemente false, avevano trovato rapida diffusione sui social media, la gente le condivideva e le diffondeva pur sapendo che erano false, alcuni giornali le riportavano in prima pagina per affermare la barbarie della “nuova” informazione e dando quindi nuova linfa a notizie che non esistevano.
 
Per quanto stupide e inverosimili fossero, queste notizie visualizzate da milioni di utenti, alcuni dei quali ragazzi, hanno certamente avuto un peso durante le elezioni del presidente della nazione più potente del mondo.

Ma le bufale viaggiano anche su un terreno meno politicizzato, almeno in apparenza, innescano rabbie e paure incontrollate su fatti verosimili, si pescano pesci giganti vicino alla spiaggia affollata, si annunciano suicidi così come cure miracolose per il cancro, scie chimiche turbolente e ritrovamenti alieni, si certifica la morte per un vaccino e si può vedere la moglie di un vip qualsiasi mentre fa l’amore con il suo amante.

Insomma di tutto, purché abbia un titolo che possa colpire, che possa confermare certezze che molti hanno già, che possa dare sostanza alle proprie frustrazioni, o forse anche alle proprie credenze.

Ma in verità la storia dell’uomo è fatta di notizie false o manipolate. A volte servono alla scienza per esemplificare un concetto complicato: la mela che cade sulla testa di Newton non è mai esistita.

Oppure serve a commentare e spiegare a posteriori un evento storico: Maria Antonietta mai pronunciò la frase sul pane e brioche durante la Rivoluzione Francese, ma diffonderla servì a far odiare definitivamente la monarchia e a chiudere un’epoca.

Così come è provato che le piramidi furono costruite da normali salariati egizi e non da moltitudini di schiavi, ma la vicenda era funzionale ai racconti legati alla Bibbia e ha tuttora grande credibilità. 
 
Sembrerebbe che molte vicende umane, molta parte della storia, sia stata condizionata da notizie costruite al fine di raggiungere uno scopo, a volte anche nobile, ma spesso per screditare avversari, per demonizzare personalità forti e per mantenere il potere, qualunque esso fosse.

Non dimentichiamo la vicenda di Galileo che finché visse non poté affermare le sue teorie astronomiche, o le migliaia di donne torturate e uccise per stregoneria, sulla base di semplici allusioni e pettegolezzi.
 
Nell’incertezza generale, diffondere una fake news è facile: è bastato che un giornalista in cerca di visibilità mettesse a suo tempo in discussione lo sbarco dell’uomo sulla luna per creare oggi un vero e proprio movimento di scettici; migliaia di commentatori seriali affermano che le Torri Gemelle nel 2001 non sono crollate per l’impatto con gli aerei ma per altre misteriose cause, anche se tutti abbiamo visto quelle immagini in diretta tv.
 
Certamente una fake news fu costruita intorno alle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein per dichiarare guerra all’Iraq: autori i governi occidentali, guidati dai vari Bush, Blair, Berlusconi.

Del resto l’occultismo, il paranormale e l’illusionismo sopravvivono grazie a notizie totalmente inattendibili, colpendo l’immaginario con trucchi e giochi.

Infine, tutte le religioni si fondano su ipotesi e suggestioni, riportate da scritture incerte e incontrollate, forse eticamente utili a fermare alcuni istinti animaleschi dell’uomo, ma certamente prive di ogni fondamento ("Fu la paura la prima a creare gli dei del mondo", affermava Petronio).

E quando dico religioni dico le oltre 30.000 dottrine, scuole filosofiche, sette e culti tribali ancora presenti nel mondo, oltre alle quattro, cinque più diffuse. 
 
Alcune di esse spiegano ai loro credenti che la Terra è piatta, effettivamente creata in sei o sette giorni, altre pensano che l’unica divinità sia il sole, alcuni credono a miracoli inspiegabili, altri ancora affermano di essere in contatto con abitanti di altri mondi e così via con oggetti, simboli e misteri. È come se l’uomo avesse grosse difficoltà emotive a vivere senza le verità parallele o le post-verità.
 
La scienza, la fisica e la biologia non sono sufficienti, perché complesse, mentre la semplificazione del linguaggio o dei processi storiografici ha dei vantaggi di comunicazione.
 
In un’epoca in cui la soglia di attenzione è calcolata in secondi, una notizia, seppur distorta, ma semplificata, diventa unico strumento di realtà. Né è vissuta come definitiva e pacificante la scoperta di come funzionano davvero le cose, di come cambia il nostro infinitesimo mondo in mezzo all’universo, di come noi siamo pienamente inseriti in un globale e ben definito ciclo di vita, morte, biologia e antropologia. 

In questi ultimi anni, le fake news di qualsiasi livello e importanza hanno diffusione diversa e forse più rapida rispetto al passato, sono anche più facilmente identificabili, ma rimane, per un’enorme quantità di persone, un percorso irrinunciabile della propria formazione.

Persone che hanno bisogno di cose rassicuranti, seppur indecifrabili, frammentarie e false, al fine ultimo di accettare la semplice, bellissima realtà della nostra esistenza. Fake forever.

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