Virginia Raffaele (intervista): "Questa volta spero di poter conoscere meglio la città di Barletta"


di NICOLA RICCHITELLI – Torna a distanza da quel tremendo inizio 2017 – meteorologicamente parlando – quando l’improvvisa ondata di neve che colpì la Puglia mise in ginocchio quasi tutto il territorio pugliese, provincia Bat compresa.

Sarà infatti proprio l’attrice e comica romana ad aprire la stagione 2017/2018 del teatro “G.Curci” di Barletta con lo spettacolo “Perfomance”: «Lo spettacolo è lo stesso a parte alcuni aggiornamenti per quanto concerne alcuni personaggi, in quanto ci saranno dei riferimenti più attuali. Però confermo che i personaggi saranno gli stessi e l’allestimento il medesimo».

Uno scenario ben assai diverso da quel terribile gennaio 2017 che la stessa Virginia Raffaele – raggiunta telefonicamente - non manca di ricordare: «…Fu davvero un'avventura per arrivare lì a Barletta», una chiacchierata che tocca vari argomenti, dallo spettacolo in scena in questi due giorni nella “Città della Disfida”, all’esperienza televisiva che l'ha vista protagonista su Rai 2 la scorsa primavera.

D: Dunque Virginia, a distanza di quasi dieci mesi avremo di nuovo la possibilità di poterti apprezzare con il tuo spettacolo “Perfomance” presso il teatro “G.Curci” di Barletta. Vi saranno delle novità o dei cambiamenti rispetto allo spettacolo di gennaio?  
R: «No, lo spettacolo è lo stesso a parte alcuni aggiornamenti per quanto concerne alcuni personaggi, in quanto ci saranno dei riferimenti più attuali. Però confermo che i personaggi saranno gli stessi e l’allestimento il medesimo».

D: Lo spettacolo teatrale “Perfomance” giunge alla terza stagione teatrale consecutiva – ricordiamo che tutto ebbe inizio nel 2015 – aldilà della tua bravura nel saper imitare i vari personaggi, quali sono gli elementi che hanno caratterizzato il successo di questo progetto teatrale?
R: «Questo bisognerebbe chiederlo al pubblico, io in realtà ci ho messo tutto quello che credo essere necessario per uno spettacolo di questo tipo, cercando di non tradire le aspettative del pubblico, e quindi proponendo quei personaggi con cui mi sono fatto conoscere in tv, da Belen a Ornella Vanoni, cercando di far collimare la parte teatrale. Quindi, diciamo che non è uno spettacolo fatto di carrellate di personaggi comici e di battute e basta. C’è sicuramente un filo conduttore, è uno spettacolo molto curato teatralmente parlando, e credo che questo forse è piaciuto molto al pubblico».

D: Quali sono i particolari che ricerchi in un personaggio e cosa rende lo stesso imitabile?
R: «I particolari che cerco in un personaggio sono tutti e i dettagli sono quelli che poi fanno la differenza. Diciamo che c’è uno studio quasi millimetrico del personaggio, da come parla, da come si muove, stessa cosa per i personaggi di fantasia, diciamo che sono curati anche loro con un attenzione particolare, curando i movimenti, la camminata, il movimento delle mani, l’accento della voce».

D: Di solito quanto tempo passa dal momento in cui decidi di imitare un personaggio al momento in cui l’imitazione prende forma?
R: «Dipende, certo un personaggio mi deve colpire, lo devo metabolizzare, inizio a vedere un po’ di cose, e cerco di capire che margine c’è per interpretarlo, poi c’è tutto uno studio fisico, quindi un lavoro con il mio truccatore, Bruno Biagi, con il quale collaboro da molti anni, e piano piano iniziamo a cercare la somiglianza, le protesi da applicare per arrivare alla somiglianza fisica, alla somiglianza visiva».

D: Vi è un qualche personaggio che avresti voluto imitare in cui però non sei riuscita?
R: «In realtà no, perché c’è una predisposizione naturale dentro di me, quando non mi parte un personaggio allora lascio perdere e non vado fino in fondo, non perché io sia imbattibile o infallibile, o perché io riesca a far tutto. Diciamo che è una cosa che forse va di pari passo, se un personaggio a me piace tanto con i vari elementi cerco il modo per imitarlo, se poi invece cala l’interesse il personaggio viene eliminato naturalmente».

D: Parliamo un po’ della tua esperienza in televisione con il programma “Facciamo che io ero”. Per la prima volta uno show tutto tuo, un programma che ti ha visto assoluta protagonista. Come hai vissuto questa esperienza?
R: «L’ho vissuta in modo molto intensa perché è stato un lavoro fisicamente faticosissimo, finita la registrazione – e quindi la messa in onda - mi so ritrovata con 38° di febbre per una settimana. Però è anche naturale poiché vi è stato un grande dispenso fisico visto che andavo negli studi alle 11 di mattina  e tiravo fino alle 2 di notte. Questo tutti i giorni per più di un mese, però posso dire che creare queste quattro puntate è stato bellissimo, un'esperienza stupenda, quella con Ballandi è stata una produzione preziosissima, che mi ha aiutato e sostenuta. Abbiamo fatto grazie agli autori e ai mie truccatori, spero, un bel lavoro. Naturalmente faccio questo lavoro da tanti anni e speravo da tempo di avere un show tutto mio. Devo dire che ho avuto anche un margine di libertà notevole, quindi devo dire che anche Rai 2 è stata di aiuto e preziosa in un certo senso».

D: Virginia, sei stata a Barletta dieci mesi fa. Cosa ci puoi raccontare della nostra città?
R: «Barletta purtroppo l’ho girata poco, perché con tutto quel freddo era praticamente difficile farlo. Spero di rifarmi in questi due giorni, magari assaggiando qualche prodotto tipico, uno delle cose che mi appassiona di più».

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