America lontana e bella: il lungo viaggio di Joseph Tusiani, un ‘corto’ per la regia di Màngano


di SABRINA MARANGELLI - Manhattan, undicesimo piano di un elegante palazzo a due passi da Central Park, il “polmone verde” di New York: Michele Màngano si presenta a casa di Joseph Tusiani. Il patriarca della casa, Joseph, scrittore poeta e traduttore di fama mondiale di San Marco in Lamis (Gargano) viene premiato dal M° Michele Màngano in occasione dei suoi 40 anni di carriera “Quale ambasciatore della poesia garganica e pugliese nel mondo”.

Un vero e proprio cortometraggio ideato dal M° Michele Mangano con registrazioni e documentazioni dal 1998 fino ad oggi, e curato dall’Associazione “La Bella Cumpagnie”, poi successivamente ampliato in una rappresentazione teatrale consistente nella decantazione di poesie del poeta Italo-Americano Joseph Tusiani. Tutto ciò è stato reso possibile grazie a straordinarie teche originali che riproducono le inquadrature di vecchi documenti. I filmati sono commentati da protagonisti di ieri e di oggi e da autorevoli studiosi. Le vicende vanno dal dopoguerra agli anni ’60, con testimonianze dei giorni nostri.

Il film che sarà presentato a New York a Marzo 2018, avrà inizio con un Convegno a cui saranno invitati esperti, studiosi italo-americani del fenomeno dell’emigrazione della Columbia University e della New York University, e naturalmente con ospite d’eccezione il poeta Joseph Tusiani di San Marco in Lamis. Saranno coinvolti nella recitazione delle poesie i giovani figli di emigranti pugliesi, che in abiti popolari di inizio ‘900 faranno rivivere ai propri genitori l’emozione ormai lontana dell’arrivo in America. Naturalmente le liriche saranno accompagnate dalle musiche dell’indimenticato cantastorie Matteo Salvatore, che all’epoca accompagnava con i suoi canti il viaggio degli emigranti. Alcune poesie verranno cantate e accompagnate dal suono del mandolino, da ragazzi figli degli emigranti, strumento prediletto dal poeta Tusiani. Non mancherà anche una tarantella scritta dallo stesso Tusiani e danzata dal M° Michele Màngano.

Joseph Tusiani oggi a quasi 93 anni, manca dalla sua San Marco in Lamis da quasi quattro anni, l’ultima festa fatta con i sammarchesi fu nel 2014 in occasione dei suoi novanta anni. Infatti il 14 gennaio 2014, nella ricorrenza del suo novantesimo genetliaco, si svolsero a Manhattan i festeggiamenti all’insegna della commozione e della cultura. Arrivarono dal Gargano parecchi amici, una delegazione venuta dall’Italia per onorare il grande concittadino. La scuola “Balilla” (da lui frequentata ai tempi delle elementari) gli dedica un calendario. Non passa molto tempo da quell’evento che, improvviso e minaccioso, un ictus colpisce Joseph. Con l’immediato intervento dei nipoti, viene tempestivamente ricoverato in un ospedale di New York, dove non mancano di curarlo a dovere. Egli si riprende e stupisce tutti per la lucidità di mente, per fortuna non intaccata. Ha bisogno, però, di cure per la riabilitazione motoria. Al ritorno a casa la Poesia è già tornata in lui più forte e prepotente che mai. Joseph Tusiani scrive, scrive, scrive instancabilmente nelle sue amate quattro lingue. Quando si sente solo, sa bene che il toccasana alla sua solitudine è la Musica: la musica lirica che, quando è possibile, segue con entusiasmo nelle magnifiche rappresentazioni al Metropolitan. A proposito della musica, egli ama citare due versi della “Francesca da Rimini” di D’Annunzio: “Fin dall’infanzia prima / la musica piegò l’anima nostra / come l’acqua del rivo piega l’erba: / dolce cantare spegne ciò che nuoce”.

A Joseph Tusiani poeta, scrittore, romanziere, traduttore non è mancato nulla nel lungo scorrere del quasi settantennio americano: brillante carriera accademica, splendide affermazioni letterarie sia in America che in Europa e in Italia (qui si segnalano, per la competenza con cui ne parlano, docenti universitari e studiosi come Cosma Siani, Emilio Bandiera, Sergio D’Amaro, Martino Marazzi), fecondità poetica incredibile, una lunga registrazione di suoi testi poetici alla Casa Bianca con il presidente John Fitzgerald Kennedy; un tutto che fa di lui un personaggio straordinario, che vale assolutamente la pena conoscere. Si tratta dunque di un uomo estremamente poliedrico, sicché pare giusto concludere con pochi suoi versi tratti dalla poesia “Testamento”: «[…] ho conosciuto un solo monte / ma ho cantato tutte le vette, / ho visto solo una valle, ma ho celebrato / ogni profondità […]».

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