Parchi minerari Ilva, M5S: "il ricatto cambia oggetto: diciamo 'No' a questa nuova colossale presa in giro"

ROMA - "Un ricatto che cambia ragione sociale. Dal lavoro ai parchi minerari, la musica di chi ha ridotto Taranto nello stato ambientale in cui versa non cambia: contestare Ilva significava rischiare di generare licenziamenti di massa?". E' quanto chiede Rosa D'Amato, europarlamentare Movimento Cinque Stelle.

"Adesso, contestare, o addirittura impugnare un decreto - prosegue - significa "impedire l'avvio dei lavori per la copertura dei parchi minerari".  Proprio così, siamo al Ricatto 2.0: stessi ricattatori, stessi ricattati, stesse modalità pre-elettorali.
Ma andiamo per ordine e mettiamo i tasselli ognuno al proprio posto.  Se da un lato i wind days evidenziano un dramma oggettivo (polveri ovunque, ogni giorno e alla velocità del vento), dall'altro rischiano di polarizzare l'attenzione dell'opinione pubblica su uno dei tanti problemi che Ilva (e non solo Ilva) causa alla salute dei tarantini.
Naturalmente, questa attenzione (sacrosanta!) è stata immediatamente colta al balzo dal Governo e dai soldati locali del Pd che adesso tentano di mortificare l'azione di chi si oppone (e continuerà a farlo) alla presenza devastante di questo mostro d'acciaio.
Accelerare l'avvio della copertura dei parchi minerari, o meglio annunciare di volerlo fare in tempi brevi, è il nuovo ritornello di un vecchio ricatto. Lo respingiamo con ostinata e ferma convinzione di un dato: coprire i parchi  è di fatto inutile. E' solo un palliativo, tra l'altro parziale, nonostante le dimensioni di questa opera tra le più grandi mai progettate in Italia. Una struttura alta 80 metri, come un palazzo di quasi 30 piani, lunga 700 e larga 500. Un impianto enorme che rovinerà per sempre il paesaggio tarantino, realizzato su un terreno ancora da bonificare e sopra una falda contaminata. E a due passi dalla città, natruralmente!
A cosa serve coprire i parchi minerari dello stabilimento tarantino se aria e mare saranno ancora inquinati e per anni?   A cosa serve coprire i parchi di uno siderurgico la cui permanenza sul mercato gode di certezze per pochissimi anni a venire? A cosa serve coprire i parchi se l'aria è zeppa di diossina... se 200 camini, cokerie, batterie sono in funzione.... se il mare, quello dove Ilva scarica continuamente, è intriso di mercurio e pcb?
Senza contare i problemi legati alla raccolta e al trattattamento delle acque meteoriche che questa mostruosa struttura aumenterebbe. Ma andiamo per ordine e mettiamo i tasselli ognuno al proprio posto.
ILVA va chiusa - sottolinea D'Amato - . La terra che la subisce dal 1960 va bonificata e riconvertita. Gli operai che oggi sono al centro di una trattativa pre elettorale vanno rispettati e garantiti nei loro diritti di lavoratori e cittadini.  Quindi, vanno assunti attraverso un'operazione di bonifica e riconversione totale. In fondi europei sono là che attendono di essere chiesti e spesi onestamente e celermente. Inutile spendere soldi per un'opera che rischia di compromettere per sempre il paesaggio ionico. Più opportuno spendere per cambiare passo e tracciare un futuro consono alle aspettative di salute e di lavoro al sicuro.
Quando un'auto inquina, si rottama. Non si copre con un telo, lasciandola in moto.
Va detto infine che, come ha dichiarato la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, rispondendo a una mia lettera, Bruxelles vuole vederci chiaro sul monopolio d'acciaio che la vendita a Mittal rischia di generare.  Ma in primavera si vota. E a Taranto il Pd e i suoi alleati già preparano il vestito buono e per inaugurare il cantiere più grande e più inutile della storia recente. Ricordo ancora il comizietto dell'allora centrosinistra, parlamentari compresi, nei pressi del Palazzo degli Uffici. Poco prima di Natale, otto anni fa, s'inaugurava quel cantiere ancora oggi abbandonato nel pieno centro cittadino.  Ma l'occasione elettorale fa il politicante furbo. Noi ci opporremo a questa nuova colossale presa in giro. E non permetteremo al Pd e al suo Governo di farsi la campagna elettorale sulla pelle dei tarantini.
Ci spieghino, piuttosto, come mai hanno dormito mentre i loro commissari hanno violato le prescrizioni Aia in questi anni di gestione statale dello stabilimento Ilva di Taranto", conclude D'Amato.
Nuova Vecchia

Modulo di contatto