28 dicembre 1947, muore Re Vittorio Emanuele III


di NICOLA ZUCCARO - Il 28 dicembre 1947 muore ad Alessandria d'Egitto, dove si era ritirato in esilio prima della consultazione referendaria del 2 giugno 1946 e a seguito della quale l'Italia da Monarchia passò a Repubblica, con il titolo di Conte di Pollenzo, Sua Altezza Re Vittorio Emanuele III. Il destino volle che si spegnesse il giorno dopo la firma della Costituzione italiana che privò, per mezzo della XIII disposizione finale ai Savoia - avocandoli al Neo Stato Repubblicano italiano - Casa Savoia, dei relativi beni agli ex regnanti discendenti dalla medesima Casa Reale.

La morte di Re Vittorio Emanuele III avvenne in una casa della campagna egiziana e - come annotarono i medici - fu causata da una congestione polmonare, poi degenerata in trombosi. L'ex sovrano d'Italia ne soffriva ormai da 5 giorni, allorchè il 28 prima di sentirsi male per l'ultima volta e di spirare alle 14.20, pronunciò queste ultime parole alle 4.30 del mattino (egli era sempre stato mattiniero): " Quanto durerà ancora? Avrei delle cose importanti da sbrigare". Questa frase fu rivolta al suo medico, giunto al suo capezzale dopo il sopraggiungere di una paralisi. 

Qualche giorno prima, più precisamente il 23 dicembre 1947, Vittorio Emanuele III aveva detto: "Viviamo in un bel porco mondo", rivolgendosi al proprio aiutante di campo, il Colonnello Torella di Romagnano. Parole che si riferivano al fatto che Vittorio Emanuele III aveva notato che nella corrispondenza giunta dall'Italia per le festività natalizie, alcune missive inviate da eminenti personalità, "brillavano" per la loro assenza, aspettandosi al contrario degli omaggi. 

La scomparsa di Vittorio Emanuele impedì, per la disposizione precedentemente menzionata, ogni avocazione di titoli al Re Umberto II. che abbandonò l'Italia, il 9 giugno 1946, non appena proclamata la Repubblica. Per l'estremo saluto, il Re d'Egitto Faruq dispose che al sovrano defunto fosse riservato un funerale di Stato a carattere militare, rappresentato dalla collocazione del feretro su un affusto di cannone, scortato da un'adeguata rappresentanza della forza armata egiziana. 
La salma di Vittorio Emanuele III, salutata all'epoca delle esequie da 101 colpi di cannone, è tornata il 18 dicembre in Italia. Dopo essere stata custodita per 70 anni nella Cattedrale di Alessandria d'Egitto, attualmente riposa nel Santuario di Vicoforte, a pochi passi da Mondovì, in Provincia di Cuneo.

7 Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Alcune imprecisioni in un articolo complessivamente ben scritto:
    Il Re Vittorio Emanuele III è Sua Maestà. Sua Altezza si dice dei principi.
    Il decesso del Re prima dell'entrata in vigore della costituzione repubblicana consentì alle tre figlie ed agli eredi della quarta, Mafalda, morta a Buchenwald, di ereditare i 4/5 dei suoi beni. Escluso fu Re Umberto II la cui quota che venne incamerata dalla repubblica.
    Umberto lasciò l'Italia il 13 giugno, non dopo la proclamazione della repubblica, che non avvenne mai (la proclamazione dei soli risultati avvenne il 18 giugno) ma dopo un colpo di stato di De Gasperi, Togliatti, Nenni e Romita che esautorarono il Re senza attendere i risultati ufficiali che arrivarono, appunto, soltanto il 18 Giugno.
    Detto questo, grazie per l'articolo :-)

    RispondiElimina
  3. Ho dimenticato di mettere la firma sul post anonimo sopra.
    Pier Felice degli Uberti pfdegliuberti@gmail.com

    RispondiElimina
  4. L'articolo è ben fatto, ma Staff di Monarchici in Rete che pubblica il post sopra è impreciso. Un ex re dopo l'abdicazione può usare secondo la legge del suo Paese sia il trattamento di "Maesta" e sia quello di "Altezza" come succede oggi nelle monarchie del nord Europa (esempio l'ex regina Giuliana, l'ex regina Beatrice ritornate "principesse"). In Casa Savoia invece gli ex sovrani abdicatari mantenevano il trattamento di Maestà, ne sono esempio Carlo Alberto, Vittorio Emanuele I e Carlo Emanuele IV (addirittura per questi ex sovrani è posto nella lettera di abdicazione). In questa vicenda che ha riguardato il rientro delle salme reali non sono stati rispettati in molti atti il cerimoniale e la tradizione storica. Pier Felice degli Uberti pfdegliuberti@gmail.com

    Mi scuso per il pasticcio sopra perchè questo post è sparito

    RispondiElimina
  5. "In Casa Savoia invece gli ex sovrani abdicatari mantenevano il trattamento di Maestà, ne sono esempio Carlo Alberto, Vittorio Emanuele I e Carlo Emanuele IV (addirittura per questi ex sovrani è posto nella lettera di abdicazione)."
    E quindi in cosa saremmo stati imprecisi?

    RispondiElimina
  6. Staff di Monarchici in Rete ha scritto:
    "Il Re Vittorio Emanuele III è Sua Maestà. Sua Altezza si dice dei principi".
    Senza polemica mi sembra una imprecisione per quanto è scritto: "Sua Altezza si dice dei principi" ovvero è irrilevante per la precisazione e genera confusione perché è ben conosciuto che in Olanda i sovrani abdicatari tornano principi con il trattamento di altezza (come fu in UK al tempo di Edoardo VIII).
    Mi permetto di porre il link della Consulta del Senato del Regno dove rilevo altre imprecisioni relative al rientro in Italia del conte di Pollenzo (ovvero l'ex-re Vittorio Emanuele III) http://consulta.altervista.org/Fraintendimenti.pdf .
    Mi scuso per questa inutile discussione dovuta al solo fatto che non sono un politico (in ambito monarchico) e meno ancora un cortigiano ma solo uno storico che ama la verità.
    Pier Felice degli Uberti

    RispondiElimina
  7. Gentilissimo signore, apprendere fa sempre bene ma è evidente che facciamo riferimento alle tradizioni di casa nostra non avendo interesse, pur portando loro tutto il rispetto del mondo, alle tradizioni degli olandesi, perfettamente legittime a casa loro ma che non hanno motivo alcuno di applicazione presso di noi.
    Ex re poteva valere per Vittorio Emanuele III dal 9 maggio del 46 fino alla sua dipartita del 28 dicembre del 1946 in quanto abdicatario nei confronti del suo diretto successore.
    Ma al momento del suo decesso il titolo di ex ha poco senso in quanto è diventato anche un ex essere umano attuale cadavere e non è n questo modo che ci si rivolge ai defunti, reali o meno.
    Ex re ha poi un piglio decisamente antipatico perché fu invenzione di uno dei golpisti della notte tra il 12 ed il 13 giugno, il repubblicano ex fondatore di fasci di combattimento signor Pietro Nenn,i che in questo modo si rivolse nei confronti di Umberto che Re d'Italia non ha mai smesso di esserlo, rinunciando sì al trono, per evitare una nuova guerra civile, ma non al titolo e tanto meno al rango e come Re fu sempre trattato dagli altri sovrani, in carica o meno. Solo questa infima repubblica ha tentato di trattarlo come un non uomo, non cittadino, non Re, ottenendo l’effetto affatto contrario.
    Ciò detto sono tranquillo che la nostra conversazione sia letta solo da noi per cui se avesse da aggiungere aggiunga pure. Siamo purtroppo molto pochi.

    RispondiElimina
Nuova Vecchia

Modulo di contatto