di LIVALCA - Non tutti sanno che Barletta vanta due medaglie d’Oro (Merito Civile e Valor Militare) ed è imperdonabile che il fatto venga ignorato da molti cittadini del capoluogo della BAT.
La cittadina, una volta importante porto romano (BARDULI), possiede anche una medaglia che va a tutto merito del giornalista Renato Russo: la creazione della casa Editrice Rotas, fondata a metà degli anni ’80, che in questi sei lustri ha svolto un lavoro encomiabile, stimabile e ammirevole, contribuendo non poco all’assegnazione dei due prestigiosi ori di cui sopra (Amici lettori su Giannella Channel, invenzione del giornalista Salvatore - nativo di Trinitapoli e ormai risiedente a Cassina de’ Pecchi da molto tempo - altra eccelsa gloria pugliese esportata in quota Nord, troverai un raffinato profilo della Rotas firmato da quel Cristallo, autore del libro di cui vi parlerò ora).
Mentre leggevo con la consueta velocità e ‘voracità’ le pagine dell’elegante e sobrio volume di Michele Cristallo «BARLETTA Anni ’40. Un ragazzo di via XX Settembre racconta» (Editrice Rotas, 2017, € 20,00) il mio pensiero andava ad un incontro con Vittore Fiore e Mario Dilio in azienda - il periodo è quello della realizzazione della rivista «IPOTESI» - ed a ciò che mi disse con grande trasporto e partecipazione Fiore: «Quello che io ti racconto è verità, perché è stato da me vissuto in prima persona e, quindi, non accettò obiezioni». Cristallo ci racconta cose che noi abbiamo letto, studiato e, come afferma lui stesso, non vuole ristabilire ‘la sacralità del passato’, ma ci regala le impressioni di un ragazzo nato nel 1939, che ha vissuto e visto la guerra con gli occhi di un bambino.
Cristallo ci parla delle fedi nuziali donate come ‘oro alla patria’, di olio d’oliva adoperato per confezionare saponette, dello slogan ‘se mangi troppo derubi la patria’ (se vedete le foto d’epoca erano tutti magri… senza l’aiuto del dietologo! Cugino dietologo scusami, ma tu sai che la fame è la dieta migliore), delle ‘tessere della fame’ (razione giornaliera di pane per ogni famiglia nel 1941 è di 200 grammi… forse nel 2018 la ‘colpevolizzazione’ di questo alimento farà battere il primato), della ‘borsa nera’, dell’abilità dell’italiano di trovare soluzioni e nasce il ‘baratto’ (scambio prestazione derrata), delle lunghe code fuori i negozi, non per i… ‘saldi’, ma per evitare di ‘saltare’ il pasto.
Le due medaglie d’Oro di Barletta si devono anche al lavoro editoriale della Rotas che con volumi specifici ha diffuso memorie, testimonianze e documenti che hanno ricostruito l’eroismo di gente che voleva vivere in pace e che gli eventi hanno trasformato in eroi isolati e silenziosi. Cristallo racconta che quando nel 1980 la Gazzetta del Mezzogiorno lo inviò in Germania per realizzare una corretta inchiesta su come vivevano i nostri emigrati in Germania lui, che ormai abitava a Bari da alcuni anni, si recò a Barletta per salutare i genitori e la madre lo mise in guardia con: «Figlio mio, attento ai tedeschi». Questa frase fa il paio con quello che mi disse Fiore nell’episodio sopra riportato quando io feci presente che bisognava pure capire i soldati tedeschi che da alleati si trovarono ad essere nemici: «Te li raccomando i tedeschi». Queste due frasi ci consegnano una morale che vale la pena di rimarcare: veri eroi sono coloro che le guerre cercano di evitarle con ogni mezzo, poi, a conflitto scoppiato, ogni nazione venera i propri eroi sul campo e gli eroi anonimi, che si prodigano per salvare vite umane, indipendentemente dalla lingua parlata. A questo punto non posso fare a meno di citare un libro pregevole, unico e prezioso di Salvatore Giannella dal titolo «Operazione Salvataggio. Gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre» (chiarelettere, 2014, € 14,90), testo che ci ricorda che l’umanità non può fare a meno della ‘bellezza’ sia in termini di buone azioni che di conservazione di architettura, pittura e scultura.
Michele Cristallo |
Cristallo ci parla anche di Michele Genovese da Barletta, in arte Piripicchio, che io barese abitante in via E. Toti aspettavo ogni primo giovedì del mese perché effettuava il suo spettacolo nella II traversa, strada chiusa, in cui affacciava il nostro balcone ed io seguivo con grande partecipazione l’esibizione: al termine dal balcone buttavo le monetine che lui bravissimo raccoglieva nel cappello senza farle cadere per terra.
Spero che il sindaco di Barletta Pasquale Cascella, da me conosciuto quasi mezzo secolo fa e che ricordo come ragazzo volenteroso, grintoso, ambizioso e pur desideroso di ascoltare sempre l’altra ‘campana’, possa introdurre il libro nelle Scuole in modo che l’autore possa andare a raccontare alle future generazioni che i loro nonni e genitori hanno provato a cambiare il mondo - a Barletta come a Baltimora - in nome di quella libertà che implica tanta responsabilità, che, spesso, è stata dimenticata da coloro che hanno retto le sorti del mondo nell’ultimo secolo, ma che una minoranza silenziosa e giudiziosa ha cercato di riportare in una via più rispettosa delle esigenze di tutti. Il libro di Cristallo è anche una risposta energica ai venti di guerra che in questi ultimi mesi hanno turbato le coscienze più sensibili, ma che non hanno impedito agli uomini forti di mostrare ‘muscoli’ che sono un impedimento a trovare soluzioni pacifiche.
Ci rammenta Cristallo che a Barletta nel 1945 venne realizzato un bassorilievo in marmo che ricordava un sacrificio di vite umane innocenti con questa epigrafe: «Ai dodici vigili urbani/ contro ogni legge di Dio e degli uomini/ qui mitragliati dai nazisti/ nel mattino del 12 settembre 1943/ vada imperituro il nostro ricordo/ Crollò anche nel loro sangue innocente/un’era per sempre esecrata/ e ne rifulse in cielo un anticipo/ di tempo migliore’».
Sta a tutti noi respingere il ritorno di anni ‘esecrati’, non dimenticando che la nostra democrazia, con alterne fortune, ci permette di lasciare questo mondo per morte naturale. Un ragazzo nato nel 1939 a Barletta in via XX settembre ci racconta un’esperienza di vita in prima persona rammentandoci che la ripetizione di certe semplici azioni quotidiane sono la libertà che altri hanno riconquistato per noi e che sarebbe un peccato perdere ancora.
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