'Via Lombardia 24': ecco il primo album del duo tarantino 'Ombre cinesi', nuova realtà dell'indie-pop italiano

di ALESSANDRO NARDELLI - Lo scorso 11 dicembre 2017, per Ahurea Dischi, ha visto la luce, su tutte le piattaforme digitali, l’album “Via Lombardia, 24”, che segna l’esordio discografico del duo tarantino Ombre Cinesi composto da Donato Maiuri (cantautore, producer) e Roberto Sticchi (chitarrista, producer). La naturale continuazione dopo il grandissimo successo riscosso dal pubblico e dagli addetti ai lavori con i singoli “Non Mi Piace Flirtare” e “Nei”, inseriti nell’album.

In “Via Lombardia, 24” si affiancano quelle che sono le particolari sonorità tipiche dell’indie italiano degli ultimi anni, a marcati richiami a quel cantautorato italiano, in particolare anni ’70, che tanto successo ha riscosso, oltre che alle sonorità new wave e all’elettronica moderna.

Il Giornale di Puglia ha voluto intervistare i componenti del duo Ombre Cinesi. Volevamo saperne di più, e dalla viva voce dei ragazzi, abbiamo curiosato su ogni aspetto riguardante la loro nuova creazione artistica.


DOMANDA. Cominciamo con una domanda “alla Marzullo”. Quanto la musica vi rappresenta ed è parte di voi, e cosa vuol dire invece rappresentare la musica?

RISPOSTA. Premettiamo subito che quasi ogni notte siamo in studio a lavorare, quindi Marzullo per questa motivazione si può definire un “collega”. La musica è qualcosa in grado di rappresentare, per il semplice motivo che siamo noi persone a farla. Allo stesso tempo, però, quando parliamo di produzioni musicali è come avere a che fare con un qualcosa che oltre che rappresentarci, è in grado a sua volta di creare in noi delle sensazioni e quindi di “rappresentarsi”. Come fosse un mondo a parte: ci ritroviamo noi e si lascia ritrovare lei. Rappresentare la musica, invece, per come la viviamo noi è una ricerca continua di autenticità (verso noi stessi) e bellezza.

D. Le ombre cinesi rappresentavano, in passato, un antichissimo tipo di spettacolo, che veniva realizzato prettamente con l’uso delle mani, in dei teatrini che si trasferivano molto spesso da un paese all’altro. Cosa simboleggia per voi, questa particolare arte, che avete scelto come tratto distintivo, per nominare il vostro gruppo musicale?

R. Non ricordiamo precisamente come sia venuto fuori questo nome, forse un brano di Gazzelle? Ad ogni modo, rappresenta il giusto mix tra luce e buio. Entrambe complementari, affascinati e propedeutiche alla vita.

D. Quando inizia e come si svolge la vostra carriera artistica?

R. Inizia durante le scuole superiori, ci siamo conosciuti lì. Donato dirigeva il laboratorio artistico della scuola Pitagora di Taranto e Roberto era appena iscritto. Si era deciso di fare un brano di Vasco e quella è stata la prima occasione per suonare insieme. C’è un aneddoto simpatico a riguardo: Donato principalmente cantava e mancava la chitarra solista e solitamente i ragazzi che si presentavano ai provini di questo laboratorio non avevano ancora molti anni di studio dello strumento alle spalle ma spesso vantavano di avere capacità “inaudite”. Cosa solitamente smentita poi, dall’esecuzione allo strumento. Così Donato chiese almeno tre volte a Roberto (appena conosciuto) se sapesse suonare realmente quella parte di chitarra solista. La sapeva suonare eccome! E di lì poi non si è più smesso di suonare insieme, ritrovandosi sempre negli anni.

D. Quanto il progetto “Extrema Ratio” è stato fondamentale per voi?

R. Extrema Ratio è stato un passaggio fondamentale: un progetto con delle sonorità molto ‘80, però in Inglese. Con Ombre Cinesi, ci siamo tolti questa “maschera” della lingua straniera. Però tutto torna, tornano le sonorità e gli stili. Diciamo che Ombre Cinesi è quindi l’evoluzione naturale di Extrema Ratio!

D. Voi, a un certo punto della vostra storia, avete deciso di fondare una vostra etichetta discografica indipendente “Ahurea Dischi”. Cosa rappresenta per voi questa scelta?

R. Rappresenta la voglia di creare un sistema musica-lavoro che sia finalmente reale anche nella nostra città. Significa collaborare con persone che come noi hanno voglia di fare questo nella vita ed è meraviglioso poter aiutare un talento con i nostri mezzi ad esprimersi. Arte vuol dire scambio di informazioni (oltre che di emozioni ovviamente) ed ci piace pensare che i nostri artisti abbiano potuto arricchirci tanto quanto noi abbiamo potuto arricchire loro. Da quando è nata quest’etichetta, abbiamo visto risvegliarsi altre realtà delle nostre città e diffondersi l’indie italiano tra i gruppi dei giovanissimi. Ogni anno organizziamo l’Ahurea Music Contest che ci aiuta nella selezione dei nuovi talenti da produrre.

D. Oggi, il vostro presente si chiama “Via Lombardia, 24”, un album, in cui è ricorrente l’espressione di un certo smarrimento dell’umana coscienza e la voglia di superare la crisi dei valori, cercando di abbattere gli schemi che ingabbiano quotidianamente ognuno di noi. Siete d’accordo nel definire la vostra nuova produzione, una “creatura decadentista”?

R. Sta al pubblico definirlo. Certamente la voglia di rottura degli schemi è presente, ma gli schemi si rompono standoci da dentro, non da fuori. Quindi è un album che riflette l’attualità e la società, la voglia di rompere gli schemi si esterna nel fare questo con una certa libertà. Spesso dimentichiamo che ci si può discostare dal pensiero collettivo! Per farlo però ribadiamo, bisogna avere occhio critico anche da dentro.

D. Ogni album “personale”, rappresenta al suo interno, storie e ispirazioni di chi lo realizza. Nel vostro caso, come si è arrivati alla creazione “Via Lombardia, 24”?

R. Via Lombardia, 24 è un album che ha subito un lungo periodo di “latenza”. Era in noi, ma abbiamo dovuto vivere vari passaggi delle nostre giovani carriere per comprendere che era il momento di dire noi, in prima persona, la “nostra”. Raccoglie frangenti di vita di enorme complessità, con il desiderio di esprimerli con immagini e parole di forte immediatezza. Anche se a dire il vero è venuto abbastanza naturale farlo, forse semplicemente ci siamo sentiti pronti. Era il momento giusto e vi assicuriamo che l’abbiamo atteso per qualche anno.

D. Domanda a bruciapelo: Il vostro brano preferito e quello che invece è stato più frutto di “meditazione” tra di voi?

R. A bruciapelo: Fior di fragola quello più meditato, con il video in uscita oggi 26 gennaio. Praticamente il primo video instagram fatto dai nostri “fan”, che strano dirlo. Siamo una banda di pazzi, ci sentiamo come in una famiglia con loro. Abbiamo lanciato un appello su Instagram che recitava più o meno così “giuro che se ci mandate una foto censurati da una fragola, ci facciamo il video”. Ed eccoci oggi con questo brano per noi importantissimo e che è piaciuto davvero tanto. Con “Nei” abbiamo un legame speciale, che assieme a “Cose Sconosciute” sono state quelle più meditate. Ok sono tre, in realtà vorremmo dirvi tutto l’album.

D. Cambiando per un attimo argomento, da una decina d’anni a questa parte, c’è stata l’esplosione del fenomeno “Talent Show”, spettacoli in cui si esibiscono artisti non professionisti, che vogliono “mettere in mostra” il proprio "talento". Qual è il vostro giudizio su questi programmi televisivi, cresciuti in maniera esponenziale, fino a diventare delle realtà sociali?

R. Sono un’occasione per i giovani. Un’occasione che noi non abbiamo mai preso in considerazione, perché proprio di fare della musica “mercificazione” non ci riesce.

D. A proposito dell’argomento “Talent Show”, è inevitabile toccare l’argomento Sanremo 2018, guidato quest’anno da Claudio Baglioni. Quest’ultimo, direttore artistico del Festival, nel selezionarne i partecipanti, ha deciso di mettere da parte i talent. Cosa ne pensate di questa scelta?

R. La realtà dei talent certamente non può essere ignorata. Però cambiare un attimo aria ci farà bene, grazie Claudio.

D. Tornando a voi, cosa ci sarà assieme e dopo l’album “Via Lombardia, 24”? Avete in programma dei tour o concerti musicali?

R. C’è già un tour, che è in continuo aggiornamento con date nuove praticamente ogni giorno. Febbraio sarà davvero intenso, infatti stiamo vivendo con molta cura gli ultimi giorni assieme ai nostri letti, poi diventeremo un po’ nomadi. Ma va benissimo così. Seguiteci sui nostri canali social, trovate tutto lì. Ci salutiamo con il nostro solito modo “un succhiotto a tutti” e scusate se qui abbiamo fatto un po’ i seri, giuriamo di non farlo più!

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