BARI - Antonio Decaro ieri pomeriggio ha ospitato nel suo comitato elettorale il presidente della Commissione ambiente e infrastrutture della Camera Ermete Realacci, di cui Decaro è componente.
Antonio Decaro ha dichiarato: “In una chiacchierata quasi informale ho strappato al mio, ancora Presidente, impegni da prendere in carico visto che con molte probabilità dalle prossime settimane non siederò più in Parlamento. Lo scorso anno insieme abbiamo lavorato all’approvazione dell'ecobonus sull’efficienza energetica al 65% e la proroga per le ristrutturazioni al 50%. Realacci ha assicurato che lo sgravio fiscale già introdotto per gli interventi di rimozione dell’amianto di piccoli e grandi edifici sia pubblici che privati diventerà un provvedimento permanente. Queste misure sono ancora più importanti alla luce dei risultati generati sotto il profilo economico e occupazionale. Infatti il CRESME - Servizio studi della Camera ha decretato che le misure in questione hanno generato un totale di investimenti di circa 28 miliardi di euro e si sono creati 226 mila occupati.
L’amianto, ha rappresentato per Bari una piaga sociale oltre che ambientale, per questo chiedo ufficialmente a Realacci di farsi carico della proposta di inserire Bari,nelle città oggetto di valutazione del danno ambientale. Attraverso la creazione di un registro dei malati di mesiotelioma pleurico potremo sostenerli nelle operazioni di diagnosi e cura. Credo sia il primo nostro dovere rispetto a una sorta di reato di cittadinanza che per anni hanno subito i baresi che avevano la sola colpa di vivere nei pressi di una fabbrica".
Un ultimo appello al Presidente Realacci: “Insieme abbiamo sottoscritto la legge sulla bellezza proposta da Legambiente per salvaguardare i nostri territori. Io non sarò più parlamentare e se il Ministro Lupi non risponderà all’interrogazione che ho presentato la mi richiesta di interruzione dei lavori delle palazzine che stanno sorgendo nell’area demaniale di fronte alla nostra città vecchia non avrà più valore. Bari ti chiede di impedire questo intervento dandoci la possibilità come futura amministrazione di dialogare con il Ministero per individuare una soluzione alternativa.”
Antonio Decaro ha dichiarato: “In una chiacchierata quasi informale ho strappato al mio, ancora Presidente, impegni da prendere in carico visto che con molte probabilità dalle prossime settimane non siederò più in Parlamento. Lo scorso anno insieme abbiamo lavorato all’approvazione dell'ecobonus sull’efficienza energetica al 65% e la proroga per le ristrutturazioni al 50%. Realacci ha assicurato che lo sgravio fiscale già introdotto per gli interventi di rimozione dell’amianto di piccoli e grandi edifici sia pubblici che privati diventerà un provvedimento permanente. Queste misure sono ancora più importanti alla luce dei risultati generati sotto il profilo economico e occupazionale. Infatti il CRESME - Servizio studi della Camera ha decretato che le misure in questione hanno generato un totale di investimenti di circa 28 miliardi di euro e si sono creati 226 mila occupati.
L’amianto, ha rappresentato per Bari una piaga sociale oltre che ambientale, per questo chiedo ufficialmente a Realacci di farsi carico della proposta di inserire Bari,nelle città oggetto di valutazione del danno ambientale. Attraverso la creazione di un registro dei malati di mesiotelioma pleurico potremo sostenerli nelle operazioni di diagnosi e cura. Credo sia il primo nostro dovere rispetto a una sorta di reato di cittadinanza che per anni hanno subito i baresi che avevano la sola colpa di vivere nei pressi di una fabbrica".
Un ultimo appello al Presidente Realacci: “Insieme abbiamo sottoscritto la legge sulla bellezza proposta da Legambiente per salvaguardare i nostri territori. Io non sarò più parlamentare e se il Ministro Lupi non risponderà all’interrogazione che ho presentato la mi richiesta di interruzione dei lavori delle palazzine che stanno sorgendo nell’area demaniale di fronte alla nostra città vecchia non avrà più valore. Bari ti chiede di impedire questo intervento dandoci la possibilità come futura amministrazione di dialogare con il Ministero per individuare una soluzione alternativa.”