"Quel mosaico dai mille colori di Papa Francesco". Parla il regista Massimo Fersini

di FRANCESCO GRECO - ROMA - “Le nostre differenze non sono un danno o un pericolo, sono una ricchezza. Come per un artista che vuole fare un mosaico, è meglio avere a disposizione tessere di molti colori, piuttosto che di pochi… ”.

Natale 2018, benedizione urbi et orbi: come sempre Papa Francesco ha parlato in modo diretto al cuore di tutti gli uomini di buona volontà, emozionandoli: ha folgorato le menti di tutti, credenti e non.

Il messaggio più intimo del Papa pare riecheggiare il concept del cortometraggio “Il Forno dei Profeti” del regista pugliese Massimo Fersini (“Totem Blue”, 2009, “In-tessere libertà”, 2011, “Monsignor Di Donna, vescovo di Andria”, 2012).

Il corto, peraltro, è dedicato proprio al Papa argentino che venne dalla fine del mondo. Che ne pensa il regista?

DOMANDA: La benedizione del Papa ha commosso le folle per la sua potenza dialettica e attualità…
RISPOSTA: "Papa Francesco va diritto ai cuori  di tutti, non solo dei  cattolici…
Ha il dono della sintesi, il suo linguaggio è scevro da ogni clamore sensazionalistico, non c’è ridondanza intellettuale ma segue fedelmente le parole semplici con cui parlava Gesù.
Ricordo le sue parole qualche tempo fa: spiegava che le folle seguivano Gesù perché sentivano nelle sue parole «la forza della salvezza".
Ma c’erano anche coloro che lo seguivano «per convenienza» o per sentirsi «più buoni».
«Ma Gesù – ha proseguito Francesco – continuava a parlare alla gente, amava la gente e amava la folla. Queste sono le due condizioni per seguire Gesù: ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica. Questa è la vita cristiana, niente di più. Semplice, semplice.
Forse noi l’abbiamo fatta un po’ difficile, con tante spiegazioni che nessuno capisce, ma la vita cristiana è così: ascoltare la Parola di Dio e praticarla".

D. Lei parla da laico?
R. "Si, certo, ma sono colpito di come Papa Francesco sente dentro di sé la figura di Gesù Cristo e la interpreta integralmente. E’ ammirevole questa sua devozione a Cristo e alla sua parola, nessun Papa ci è mai riuscito finora: credere così fervidamente in qualcosa o qualcuno è semplicemente grandioso e questo dovrebbe valere per ogni cosa".

D. Mi viene da pensare che il suo piccolo film è un atto di rispetto, di ossequio verso Papa Francesco, o no?
R. "Si, è vero, ora che mi ci fa pensare... Ovviamente ho fatto “Il Forno dei Profeti” perché credo anch’io che un dialogo interreligioso sia alla base di un percorso di pace tra i popoli".

D. Se ben ricordo, lei ha addirittura dedicato il cortometraggio a Papa Francesco…
R. "Non poteva essere altrimenti. Un gesto di cordialità da parte mia. Come le dicevo, Papa Francesco viaggia per il mondo portando dentro di sé la forza di Gesù Cristo e attraversa indisturbato paesi, genti e soprattutto politici, personaggi illustri che influenzano la nostra vita, la nostra economia; li attraversa sicuro che la forza e la verità che porta con sé è superiore a qualunque  cosa, e questo  infastidisce molti….
E lui questo lo sa e sa anche che c’è sempre un terreno sdrucciolevole sotto i suoi piedi.
Difatti raccontava che i nemici di Gesù ascoltavano la sua parola, ma gli erano vicini per cercare di trovare un errore, per farlo scivolare, affinché perdesse autorità.
Non è sempre facile, ha ammesso il Pontefice, perché «Ã¨ più facile vivere tranquillamente senza preoccuparsi delle esigenze degli altri». Ma non bisogna scoraggiarsi".

D. Infastidisce molti, chi?
R. "Certo, lo si capisce da come gli intellettuali, la classe politica, le classi dirigenti in genere sono poco a contatto col Pontefice, e io me ne sono accorto mandando in giro per il mondo il mio cortometraggio. C’è sempre un certo distacco, silente, perché i primi a essere richiamati dal Papa sono proprio loro…
In precedenza i Papi periodicamente incontravano leader politici per un motivo o per un altro. Papa Francesco lo fa di rado, solo incontri istituzionali come è avvenuto pochi giorni fa col Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma da quanto è trapelato sembra che ci sia stato un incontro molto cordiale e sincero, com’è nello stile del Presidente Conte; è apprezzabile il tentativo del Presidente del Consiglio di ridare equilibrio e dignità alle nostre istituzioni, dopo le esperienze paradossali della seconda Repubblica".

D. Torniamo al suo cortometraggio, dura solo due minuti…
R. "Si, uno short di soli 120 secondi in cui il pane assurge a elemento simbolico del bene comune, al di sopra di ogni divisione; le religioni perseguono lo stesso obiettivo di amore e fraternità, attraverso la solidarietà ai meno fortunati.
Ho scelto il pane perché è un alimento comune sulla tavola di noi occidentali, ma poteva essere una manciata di riso o altro…
L’arrivo nella piccola baia del Ciolo (insenatura vicino al Capo di Leuca) del barcone zeppo di profughi esausti, reduci da un lungo viaggio di stenti e sofferenze, soccorsi dai profeti che offrono loro il pane, dai volontari e dalle istituzioni del paese accogliente, è l’acme di un ideale sincretismo religioso volto all’aiuto del prossimo, oltre ogni diversità".

D. Tutto ciò pare in perfetta sintonia anche col pensiero di don Tonino Bello, o no? 
R. "Credo che Don Tonino per certi versi abbia anticipato Papa Francesco. Lui credeva in una Chiesa che si faceva missionaria. Una Chiesa di giustizia, di pace, al servizio dei poveri. Utilizzano più o meno lo stesso linguaggio.
Don Tonino aveva dalla sua una visione trasognata della figura di Gesù, era rapito dalla bellezza del suo pensiero, Papa Francesco lo interprete fedelmente mettendosi al suo servizio, ed essendo il Capo della Chiesa, la sua opera è di grande impatto sulle genti di tutto il mondo e di tutte le religioni.
Ma è straordinario come entrambi mettono al centro la verità del pensiero di Gesù al di là di ogni costrutto, di ogni artificio… Questa ricerca della verità credo che debba appartenere ad ognuno di noi e come diceva un proverbio persiano: Facendo il primo passo con un pensiero buono, il secondo con una buona parola, e il terzo con una buona azione, si entra in Paradiso".

1 Commenti

  1. Condivido e sottoscrivo quanto dichiara Massimo Fersini in questa bella jntervista, che apprezzo molto per il suo prezioso apporto alla conoscenza più profonda del nostro grande Papa. Ne apprezzo molto il linguaggio, la parola semplice come piace a Francesco. Complimenti Massimo! Ad maiora!

    RispondiElimina
Nuova Vecchia

Modulo di contatto