Sanità, PcE presenta mozione su fondi per esenzioni visite soggetti a rischio tumori


BARI - “Impegnare la giunta regionale ad individuare le risorse economiche necessarie per attivare il percorso di esenzione per donne con mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, mutazioni che accrescono rispettivamente il rischio di tumore al seno e alle ovaie”.
È la richiesta di una mozione urgente depositata e firmata dai consiglieri regionali de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, Alfonso Pisicchio e Giuseppe Turco, nel solco di altre proposte simili sulla prevenzione e cura delle patologie oncologiche.
La proposta prevede fondi dedicati per diverse fasce d’età
 - dai 18 anni: visita senologica annuale più ecografia mammaria annuale;
- dai 25 anni e comunque 10 anni prima del caso più giovanile in famiglia: visita senologica semestrale più ecografia mammaria semestrale/annuale più risonanza magnetica nucleare della mammella annuale;
- dai 30 anni: visita senologica semestrale più ecografia mammaria semestrale/annuale più risonanza magnetica nucleare della mammella annuale (sino ai 55/65 anni) più mammografia annuale più visita ginecologica ed ecografia transvaginale e dosaggio CA125 semestrali.
“Si tratta di una battaglia di civiltà – sostengono i tre consiglieri – considerando che purtroppo il carcinoma al seno è il tumore più frequente nel sesso femminile (rappresenta il 28% delle neoplasie femminili), la principale causa di morte per tumore nelle donne occidentali, ed è inoltre la prima causa di morte per le donne fra i 40 ed i 50 anni. Vogliamo quindi dare un segnale per rafforzare la prevenzione per integrare i percorsi di screening già in essere, o in divenire, al fine di <<ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili>>, come da Indicazioni del Piano Nazionale delle Prevenzione 2014/2018 e dell’Intesa Stato-Regioni del 13 novembre 2014. Questo ha infatti confermato tra gli obiettivi prioritari la prevenzione dell’incidenza e della mortalità dei tumori, da perseguire sia attraverso il contrasto dei determinanti primari dei tumori (fumo, alimentazione non salutare, inattività fisica, consumo rischioso di alcol, agenti infettivi oncogeni), sia attraverso la diagnosi precoce mediante i programmi di screening oncologico. A ciò si è aggiunta la necessità di definire adeguati percorsi diagnostico-terapeutici per i soggetti ad alto rischio eredo-familiare, in particolare per cancro alla mammella e all’ovaio, o per il cancro al colon. Senza dimenticare che la diagnosi precoce consente di individuare il tumore in fase iniziale e quindi aumentare la sopravvivenza. In particolare per i soggetti con mutazione genetica BRCA1 e 2, la diagnosi precoce è importantissima e necessita di una attenzione particolare, sia per l’impatto psico-emotivo che implica la presenza della predetta variazione genetica nell’ambito familiare, sia per l’impatto economico di un percorso di prevenzione di più membri della famiglia”.
“E come gruppo consiliare – aggiungono Pellegrino, Pisicchio e Turco – da tempo ci stiamo battendo per garantire prevenzione e assistenza, sia ai pazienti oncologici sia ai familiari. Non a caso ricordiamo la mozione sul certificato oncologico introduttivo (per il quale manca solo l’ultimo passaggio, cioè a firma del protocollo d’intesa tra Inps Regionale e Assessorato alla Sanità) la mozione, anche questa approvata dal Consiglio Regionale sull’attivazione di agende dedicate a parenti di soggetti oncologici a rischio”.
“Anche in questo caso – concludono – ci auguriamo la massima convergenza di tutte le forze politiche su un tema così delicato e impattante per la salute dei cittadini”.
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